Situazione critica nel CPR di Trapani: l’appello alla Regione Siciliana

Situazione critica nel CPR di Trapani: l’appello alla Regione Siciliana

TRAPANI – Situazione critica nel CPR di Trapani.

“La vicenda di un giovane di 18 anni che ha tentato il suicidio due volte all’interno del Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Trapani, è un episodio drammatico che non può essere ignorato. Questo non è un caso isolato, ma l’ennesima tragica testimonianza delle gravi condizioni in cui si trovano molti CPR in Italia”.

Queste le parole di Pietro Giangrasso, già Consigliere Comunale del Comune di Favignana.

Situazione critica nel CPR di Trapani: i dati ufficiali

Secondo i dati ufficiali, nel 2024 erano attivi 13 CPR nel nostro Paese, con oltre 1.500 persone trattenute.

“Questa cifra denuncia l’urgenza di intervenire su un sistema che risulta critico sotto vari aspetti“, continua Giangrasso.

Le denunce riguardano condizioni di vita insostenibili: “Spazi sovraffollati, carenze igienico-sanitarie e l’assenza di supporto psicologico adeguato rendono queste strutture inaccettabili e non conformi ai diritti umani fondamentali”.

I dati del 2023 segnalano che almeno il 30% delle strutture non rispetta nemmeno i minimi standard di vivibilità.

“Ricerche di organizzazioni internazionali come Medici Senza Frontiere e Amnesty International parlano di gravi abusi, tra cui trattamenti inumani e degradanti”, evidenzia Giangrasso.

Non possiamo permettere che la Sicilia, come altre regioni, continui a essere teatro di queste situazioni inaccettabili“, afferma con fermezza.

L’appello alla Regione Siciliana

“Rivolgo un appello alla deputazione regionale siciliana affinché si faccia carico con urgenza di questa problematica. È fondamentale che la Regione avvii un’indagine approfondita sulle condizioni di detenzione all’interno del CPR di Trapani e richieda la revisione delle modalità di gestione a livello nazionale”, spiega.

“Come istituzioni locali, abbiamo il dovere di intervenire prontamente per garantire che ogni individuo trattenuto in queste strutture venga trattato con rispetto e dignità. La nostra Costituzione ce lo impone“, aggiunge Giangrasso.

“L’Italia, e la Sicilia in particolare, non può e non deve voltarsi dall’altra parte. È il momento di agire con determinazione per fermare questa spirale di violazioni dei diritti umani”, conclude.