ALCAMO – In data odierna sono stati sequestrati cinque immobili del valore di oltre un milione di euro appartenenti a tre imprenditori già rappresentanti legali, soci e amministratori di due imprese. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani e sono finalizzate alla repressione di condotte delittuose in materia di reati societari e fallimentari. A occuparsene sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Trapani.
L’attività di indagine eseguita dal gruppo di Trapani ha riguardato la società Agricoleasing Srl di Alcamo, operante nel settore finanziario. Quest’ultima, nel corso della sua ultraventennale attività, ha elargito numerosi finanziamenti a privati e imprenditori, mediante l’erogazione di prestiti, l’anticipo di fatture attive, l’apertura di credito e la concessione di fidi. Stessa sorte per la società Bizar Line Srl, attiva nel settore industriale (produzione di metalli) ad Alcamo. Entrambe riconducibili agli indagati, sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Trapani, rispettivamente in data 4 novembre 2016 e 30 maggio 2017.
Le articolate evidenze investigative, supportate dall’esame analitico delle scritture contabili e della documentazione bancaria, da attività tecnica di intercettazione telefonica e ambientale e da sommarie informazioni acquisite da oltre 100 risparmiatori, hanno permesso di rilevare, in capo alla stessa governance, la sussistenza dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, preferenziale e documentale.
In particolare, sono stati distratti dagli attivi fallimentari delle due società:
- circa 5,6 milioni di euro dalle casse sociali;
- 4 fabbricati e un terreno dal patrimonio del valore di circa 1,2 milioni di euro;
- beni mobili (arredi, macchinari e attrezzature) del valore di circa 50 mila euro;
- 3 veicoli del valore complessivo di 55mila euro.
Sono state inoltre contestate le ulteriori ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di circa 270mila euro.
Nel corso degli anni, la società operante nel settore finanziario, per mantenere la propria liquidità, è ricorsa in modo sistematico all’anticipazione di ricevute bancarie concesse da diversi istituti di credito nonché all’emissione di un prestito obbligazionario. Tuttavia, la rilevante entità delle somme raccolte, invece di essere utilizzata nell’ambito dell’attività finanziaria normalmente svolta, è stata distratta nel tempo dagli indagati, attraverso escamotage contabili, semplici, ma funzionali allo scopo, consistiti nel mancato versamento sui conti delle società delle somme ricevute dai risparmiatori per la sottoscrizione dei certificati obbligazionari, o per investimenti similari.
Oppure mediante l’annotazione in contabilità di fittizi contratti di “finanziamento” intestati a terzi, che sono risultati essere del tutto ignari di tali operazioni. Infine, attraverso delle fittizie compensazioni dare/avere tra società e soci.
Con specifico riguardo alla società Bizar Line Srl, invece, il principale indagato ha distratto più di un milione di euro dalle casse sociali destinandoli all’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, ecc.) di proprietà di una cantina vinicola, già dichiarata fallita nel 2012. Operazione di acquisto che non si è poi concretizzata.
La mala gestio delle due imprese si è tradotta altresì in un’attività di spoliazione dei beni (immobili, mobili ) facenti parte del patrimonio delle società fallite. Operazione finalizzata a sottrarre i cespiti dalle future pretese creditorie.
Tali comportamenti illeciti hanno drenato notevoli risorse finanziare, ammontanti a oltre 5,6 milioni di euro, alle società fallite quando, invece, tali disponibilità dovevano essere destinate principalmente a onorare i debiti contratti con il prestito obbligazionario, attraverso il rimborso delle quote sottoscritte dagli obbligazionisti (risparmiatori).
Il fallimento delle due società di capitali ha determinato indubbi effetti negativi in una realtà, quale quella di una piccola città di provincia come Alcamo, nella quale numerosi cittadini (piccoli imprenditori agricoli, impiegati, pensionati) hanno visto polverizzare i risparmi di una vita, frutto del faticoso lavoro quotidiano.
L’odierna operazione eseguita dalla Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura di Trapani, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e pericolosi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti, dediti ad attività criminose particolarmente insidiose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.
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