TRAPANI – Anche l’accoglienza ha un limite. E a Trapani il segno si è passato da un pezzo, secondo il prefetto Leopoldo Falco che ha annunciato una lettera di protesta al ministero dell’Interno.
“Non bisogna tirare troppo la corda” ha detto il rappresentate del governo che la scorsa settimana si è trovato a gestire una situazione di grave emergenza, quando al porto sono arrivati altri 721 profughi, soccorsi al largo di Lampedusa. Una piccola folla di disperati che si è andata ad aggiungere agli oltre 2.500, fra uomini, donne e bambini, già ospitati nelle strutture di accoglienza del Trapanese.
Una situazione che rischia di diventare esplosiva, come dimostra la piccola rivolta scoppiata al Residence Marino di Trapani, dove sono ospitati i richiedenti asilo politico, una trentina in tutto. Motivo del malcontento, le lungaggini burocratiche per ottenere il rilascio dei documenti. Così un gruppo di migranti che ancora attende di essere ricevuto dalla commissione territoriale è andato in escandescenze. Dopo l’intervento della polizia e gli inevitabili momenti di tensione, la situazione è ritornata alla normalità. Tre extracomunitari, invece, sono fuggiti dal Cie di Milo.
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