ALCAMO – Gli agenti della sezione investigativa del commissariato di Pubblica Sicurezza di Alcamo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla sezione per il riesame dei provvedimenti in materia di sequestro del Tribunale di Trapani, il quale ha accolto parzialmente l’appello della locale Procura della Repubblica, proposto contro il rigetto disposto in prima battuta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale.
Lo scorso 23 febbraio era stata depositata la sentenza emessa dal Tribunale di Trapani che ha ribaltato l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari emessa l’8 gennaio 2021.
Questa aveva rigettato la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica sulla scorta dell’attività investigativa eseguita tra il 2018 e il 2019 e che ha avuto come oggetto il fenomeno economico criminale del caporalato nell’area settentrionale della provincia.
Il collegio giudicante ha accertato, oltre all’illecita attività di reclutamento, delle condizioni di sfruttamento del lavoratore approfittando del suo stato di bisogno da parte del reclutatore e/o del datore di lavoro. Tra i reati contestati figura l’associazione a delinquere.
Pertanto, è stato predisposto il sequestro delle imprese agricole e del relativo compendio aziendale riconducibile agli indagati alcamesi C.V., G.S., C.V., nonché un pregiudicato mafioso, attualmente detenuto, M.S., oltre al sequestro di due auto riconducibili alla titolarità di C.V. e del caporale L.C.F., padre di uno degli indagati tutt’ora sottoposto a misura cautelare personale nell’ambito della stessa indagine.
In assenza di ricorso da parte di alcuni degli indagati, il provvedimento è diventato esecutivo e ha colpito l’impresa individuale del pregiudicato mafioso castellammarese M.S., quella di C.V., compreso un veicolo che ha utilizzato per trasportare gli operai, il cui compendio aziendale risultava intestato al coniuge di quest’ultimo, e un’auto utilizzata dal caporale L.C.N..
Il provvedimento assume una sua particolare valenza nell’ottica processuale nei confronti degli 11 indagati coinvolti nella vasta indagine contro il fenomeno criminale del caporalato denominata “Black Economy” che ha interessato principalmente il territorio di Monreale, Alcamo e quello limitrofo di Calatafimi e Castellammare del Golfo.
Immagine di repertorio
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