MARSALA – Mohamed Abidi, il 33enne accusato dell’omicidio del caporalmaggiore di Marsala, Danilo Salvatore Lucente Pipitone, è stato arrestato in Francia.
L’aggressione mortale si è verificata nella notte tra il 10 e l’11 febbraio nel quartiere Centocelle di Roma. La Squadra Mobile, sotto la guida della Procura con gli aggiunti Michele Prestipino e Paolo Ielo e il pm Gennaro Varone, ha coordinato l’indagine.
Subito dopo l’individuazione del sospettato, che ha precedenti per rapina, i magistrati avevano richiesto il mandato di arresto europeo, con l’accusa di omicidio preterintenzionale, che ha consentito l’arresto e la richiesta di consegna in Italia dell’indagato.
Pipitone era stato aggredito in via dei Sesami, in una zona dove spesso di notte si trovano spacciatori e prostitute. L’uomo stava solo riprendendo la sua auto posteggiata.
Il militare, 44enne, lavorava come infermiere all’ospedale del Celio. Era stato trovato, sanguinante, da alcuni passanti con un taglio al sopracciglio e un colpo alla nuca.
Ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I, poi è deceduto per le ferite riportate.
Come funziona il mandato di arresto europeo
Il mandato di arresto europeo è uno strumento giuridico utilizzato all’interno dell’Unione Europea per accelerare l’estradizione di persone sospettate o condannate per reati gravi.
Questo mandato ha lo scopo di eliminare la procedura tradizionale di estradizione, che era spesso lenta e complessa, e di semplificare l’intero processo.
Il mandato di arresto europeo è stato introdotto nel 2002 ed è applicato da tutti i paesi membri dell’UE. Il mandato richiede che un paese membro emetta un mandato di arresto per una persona sospettata di un reato grave e che sia presente in un altro paese membro dell’UE.
Il mandato deve essere trasmesso attraverso un sistema di comunicazione elettronica, noto come sistema di informazione sui mandati di arresto europei (EAW), che garantisce la sua rapida diffusione in tutti i paesi membri dell’UE.
Una volta ricevuto il mandato di arresto europeo, il paese ospitante ha l’obbligo di arrestare immediatamente la persona sospettata e di avviare la procedura di estradizione.
Ciò significa che il paese ospitante non ha il potere di rifiutare l’arresto o la consegna della persona richiesta dal mandato di arresto europeo, a meno che non vi siano motivi gravi per farlo.
Inoltre, il mandato di arresto europeo impone un termine massimo di 60 giorni per l’estradizione della persona richiesta. Questo significa che, una volta che la persona sospettata è stata arrestata, il paese ospitante ha solo 60 giorni per completare l’estradizione.
Questo termine può essere prorogato in circostanze eccezionali, ma solo di comune accordo tra i paesi coinvolti.
È importante notare che il mandato di arresto europeo si applica solo ai reati gravi, che sono definiti nel mandato stesso. Tra questi rientrano il terrorismo, l’omicidio, il traffico di droga, la tratta di esseri umani, la criminalità informatica e molti altri.
Questo strumento giuridico garantisce una maggiore cooperazione tra i paesi membri dell’UE nella lotta contro la criminalità transfrontaliera e rappresenta un passo avanti nella creazione di un’Europa più sicura e giusta.