La nipote di Matteo Messina Denaro si è cancellata dall’albo degli avvocati. La nuova vita lontano dalla Sicilia

La nipote di Matteo Messina Denaro si è cancellata dall’albo degli avvocati. La nuova vita lontano dalla Sicilia

TRAPANI – Ha deciso di lasciare la toga, Lorenza Guttadauro, rimasta accanto allo zio, Matteo Messina Denaro, fino ai suoi ultimi giorni. Dopo l’arresto del boss, è stata il suo avvocato e un punto di collegamento tra lui e la famiglia, supportandolo anche nelle fasi finali della malattia.

Chi è Lorenza Guttadauro

Figlia di Rosalia Messina Denaro e del boss Filippo Guttadauro, Lorenza ha lasciato la Sicilia per trasferirsi a Roma, dove ora lavora presso l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, nel Ministero dell’Istruzione. Ha abbandonato la carriera legale, cancellandosi dall’albo degli avvocati, e cerca di ricostruirsi una vita lontano dal passato familiare.

È stata assunta tramite regolare concorso ed è impiegata presso l’ufficio pensioni di un’articolazione provinciale“, ha precisato Anna Paola Sabatini, direttore generale dell’USR.

Il resto della famiglia di Lorenza è in carcere

La madre, Rosalia, è stata condannata a 14 anni lo scorso luglio per aver gestito le comunicazioni del fratello. Il padre, Filippo, dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa, è ancora detenuto sotto una misura di sicurezza, nota come “ergastolo bianco”. Suo marito, Luca Bellomo, accusato di curare gli interessi economici di Messina Denaro, ha lasciato il carcere solo recentemente dopo aver scontato una pena di 10 anni.

Negli ultimi mesi, Lorenza ha mantenuto i contatti anche con un’altra figura significativa nella vita di Matteo Messina Denaro: la figlia, Lorenza, riconosciuta dal boss poco prima della sua morte. La giovane, che aveva interrotto i rapporti con la famiglia paterna a 18 anni, ha ripreso a comunicare con il padre dopo il suo arresto, prima attraverso lettere e poi con incontri diretti.

Lorenza Guttadauro, dopo l’arresto dello zio, ha più volte criticato la sua permanenza al regime carcerario del 41 bis, sostenendo che le sue gravi condizioni di salute richiedessero un trattamento diverso. “Le sue condizioni sono molto gravi. Non credo che la cella possa essere paragonata a un ambulatorio medico. Non so se lo stanno curando bene“, aveva dichiarato dopo il primo interrogatorio a L’Aquila, il 13 febbraio 2023. Tuttavia, lo stesso Messina Denaro, in uno degli incontri con i magistrati, aveva espresso apprezzamento per il trattamento ricevuto in carcere.