TRAPANI – All’interno del covo del boss Matteo Messina Denaro sono stati trovati 212 film e 56 volumi. I dvd sistemati accanto al televisore erano vari e comprendevano titoli come “Storia del fascismo– le origini 1912-1922, i primi passi di Mussolini al governo“, una produzione Rai Trade, “Apocalypse now” di Francis Ford Coppola, “L’ultimo guerriero” con Jean Reno, “Alexandre” incentrato sulla figura di Alessandro Magno, “Un piano perfetto” una commedia francese del 2012, e “Django Unchained” di Quentin Tarantino.
C’era anche “L’immortale” diretto da Marco D’Amore, che raccontava la storia di un camorrista, “Il pescatore di sogni” e “Tra le nuvole” con protagonista Ryan Bingham, un manager cinico che vive in viaggio e colleziona miglia del programma “frequent flyer” dell’American Airlines. Nel corso del film, Ryan si innamora di Alex, una donna simile a lui nello stile di vita.
Altri film nella collezione comprendevano “Robin Hood“, “Attacco al potere“, “Il Solitario“, e “La talpa“, ambientato nell’ottobre 1973. Il boss vedeva anche generi più frivoli come “Sex and the City“, e aveva il film “Il gladiatore“.
Nella sua biblioteca, il boss aveva 56 libri che erano stati sistemati con cura. Era appassionato di autori come Charles Bukowski, di cui possedeva cinque libri, tra cui “Il sole bacia i belli“, Primo Levi con “Se questo è un uomo“, Oliver Guez con “La scomparsa di Josef Mengele“, e un libro su Pablo Escobar intitolato “Il padrone del male“.
Altri libri nella sua collezione includevano “Le notti bianche” di Fedor Dostoevskij, diversi libri gialli e i due volumi de “L’assassinio del commendatore” di Haruki Murakami. Inoltre, il boss possedeva “Viva il latino” di Nicola Gardini e “Putin–l’ultimo zar–da San Pietroburgo all’Ucraina” di Nicolai Lilin, un romanzo sulla figura di Putin.
Carte d’identità false nel covo
Nel covo di Matteo Messina Denaro precedentemente sono state trovate anche cinque carte d’identità, intestate ad altrettanti cittadini incensurati. Secondo le indagini, sembrerebbe che i documenti falsi siano stati ottenuti attraverso due furti avvenuti a Trapani rispettivamente nel 2015 e nel 2018.
Le carte rubate erano prive di informazioni e dati personali dei cinque individui di Campobello di Mazara, ma sarebbero state successivamente completate con le loro generalità. Inoltre, sarebbero state inserite le fotografie tessera del capomafia e il timbro del Comune di Campobello. È evidente che per eseguire un’operazione così complessa, il capomafia non può aver agito da solo e si ritiene che ci sia stata la complicità di altri individui.
Foto di repertorio