Inchiesta “Concorsopoli”, mazzette per entrare nei vigili del fuoco e in polizia: rinvio a giudizio per 26 persone

Inchiesta “Concorsopoli”, mazzette per entrare nei vigili del fuoco e in polizia: rinvio a giudizio per 26 persone

TRAPANI – La Procura di Trapani ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 26 persone coinvolte nell’inchiesta “Concorsopoli”, un’indagine svolta dai carabinieri di Alcamo che ipotizza un giro di raccomandazioni nei concorsi pubblici in polizia e vigili del fuoco.

Nove mesi fa il blitz portò all’arresto di quattro persone e all’esecuzione di dieci obbligo di dimora. Tra gli indagati anche un vigile del fuoco agrigentino. La prima udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 20 marzo.

L’intera inchiesta ruota attorno alla figura di Giuseppe Pipitone, direttore ginnico sportivo dei vigili del fuoco, attualmente in servizio presso il comando del Corpo di Catania. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a creare un vero e proprio “sistema” in grado di alterare dietro la corresponsione di denaro, e con la complicità di ulteriori soggetti per lo più sindacalisti, la regolarità di alcuni concorsi pubblici.

Quelli finiti nel mirino della Procura di Trapani, in particolare, sono quello per titoli ed esami, a 250 posti nella qualifica di vigile del fuoco nel Corpo Nazionale dei vigili del fuoco; quello del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile; del concorso pubblico a 1148 posti nella qualifica di Agente della Polizia di Stato e, infine, del concorso pubblico a 197 posti nella qualifica di Agente della Polizia penitenziaria.

L’attività investigativa comincia già nel 2017 ma è il 29 maggio del 2019 che si registra un’accelerata con la perquisizione domiciliare a carico di Pipitone e il rinvenimento, all’interno del garage nascosta sotto alcune uniformi, di una busta gialla con all’interno denaro contante per circa 7.200 euro, nonché un foglio di carta denominato “Elenco discenti (Pipitone)”, costituente una sorta di promemoria, con accanto a ciascun nominativo gli importi di denaro versati dagli stessi.

Tra i nominativi che compaiono nel foglio (risultati poi tutti idonei all’ingresso nella fila del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco) anche quello del vigile del fuoco agrigentino ma, a differenza degli altri, senza alcuna cifra di riferimento.

Ed è proprio questo uno degli elementi alla base della decisione del giudice di rigettare l’applicazione della richiesta di misura cautelare nei confronti del pompiere.

Per la Procura di Trapani tra Pipitone e il vigile del fuoco agrigentino ci sarebbe stato un accordo (o una promessa) di interessamento alla luce anche di alcune attività di intercettazione.