CASTELVETRANO – Emerge il nome del campione olimpico di sollevamento pesi Antonino Pizzolato nell’inchiesta sulla violenza sessuale subita da una turista finlandese, avvenuta a Trapani nell’estate di due anni fa.
Antonino Pizzolato coinvolto in una violenza sessuale
Il giudice per le udienze preliminari ha rinviato a giudizio Pizzolato insieme a tre amici: Davide Lupo, Claudio Tutino e Stefano Mongiovì. Secondo le accuse, i quattro avrebbero incontrato la vittima in un ristorante.
L’accusa all’Olimpionico
La donna, insieme a due connazionali, avrebbe poi seguito il gruppo in discoteca. Una volta usciti dal locale, approfittando dello stato di alterazione della turista dovuto al consumo di alcol, e dopo essersi separati dalle due amiche della vittima, i quattro si sarebbero recati in un residence nelle vicinanze, dove alloggiava Lupo.
Lì, secondo l’accusa, avrebbero costretto la donna a rapporti sessuali non consenzienti, interrompendo la violenza solo quando lei, in lacrime, avrebbe implorato di essere riportata al suo albergo.
Il prossimo 4 dicembre il processo
I quattro sono accusati di aver agito approfittando della condizione di vulnerabilità della vittima, descritta come incapace di opporre una resistenza adeguata a causa di uno stato di torpore e inibizione mentale. Il processo avrà inizio il 4 dicembre.
Il bronzo di Antonino Pizzolato alle scorse Olimpiadi
L’atleta azzurro ha conquistato la medaglia di bronzo nel sollevamento pesi, categoria 89 kg, durante i Giochi di Parigi 2024. Pizzolato, che fa parte del corpo della Polizia, aveva già ottenuto una medaglia di bronzo a Tokyo 2020, ma nella categoria dei 81 kg.
Durante i giochi olimpici, al terzo tentativo gli era stato annullato uno slancio. I giudici, tuttavia, hanno esaminato la sua prestazione al rallentatore, decidendo che il sollevamento era valido. Questo ha permesso Pizzolato di scalare al terzo posto e mantenerlo fino alla fine.
L’atleta ha affermato che è stata una dura prova. “Sono molto soddisfatto, anche se rimango ancora con l’amaro in bocca perché si poteva fare meglio”.