CALATAFIMI – Attimi di paura per un ragazzino di 13 anni che, dopo essersi avventurato in bici nel bosco di Angimbè, nel territorio di Calatafimi Segesta, si è smarrito al calare della sera, perdendo l’orientamento tra i sentieri.
Non riuscendo più a ritrovare la via del ritorno, il giovane ha avuto la prontezza di chiamare il 118, chiedendo aiuto agli operatori sanitari.
L’operatore del 118 lo guida passo dopo passo
L’operatore della centrale operativa è rimasto collegato al telefono per oltre un’ora con il ragazzino, visibilmente impaurito.
Durante la chiamata, un cane randagio avrebbe tentato più volte di aggredirlo, ma il piccolo è riuscito a proteggersi con la bici, seguendo i consigli dell’infermiere del 118, che lo ha anche guidato nell’invio della posizione GPS tramite lo smartphone.
Un gesto di sangue freddo che si è rivelato decisivo per le operazioni di soccorso.
Ritrovato e riconsegnato alla madre
Ricevute le coordinate, è scattata una complessa operazione congiunta di ricerca che ha visto impegnati i carabinieri, i vigili del fuoco, il soccorso alpino e gli stessi sanitari del 118.
Dopo circa un’ora di perlustrazione, il tredicenne è stato individuato e tratto in salvo, sano e salvo, in una zona impervia del bosco. Subito dopo è stato affidato alla madre, visibilmente commossa ma sollevata.
Il lieto fine
Grazie alla prontezza del giovane e alla professionalità del personale del 118, l’episodio si è concluso nel migliore dei modi.
Il ragazzino, pur spaventato, non ha riportato ferite ed è stato riaccompagnato a casa dopo un rapido controllo dei sanitari.
Un intervento che dimostra quanto l’uso corretto del cellulare e della geolocalizzazione possa rivelarsi fondamentale in situazioni di emergenza e quanto sia importante mantenere la calma anche nei momenti di paura.