13 milioni di euro, società e immobili: ecco il tesoro dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro

TRAPANI – Le vigne a Mazara del Vallo, un caffè a Roma con un funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico, poi Milano e Lugano, una tappa anche a Verona per Vinitaly, appartamenti e società, carte di credito e pizzini: ecco il vecchio e il nuovo che si intrecciano nella vecchia e nuova mafia siciliana.

Dietro queste attività c’è Mimmo Scimonelli, fedelissimo di Matteo Messina Denaro, 48 anni, un imprenditore che riusciva a gestire l’immenso patrimonio del “padrino”.

Il 3 agosto scorso all’interno dell’operazione antimafia Ermes erano stati arrestati oltre Mimmo Scimonelli, Vito Gondola, allevatore di 77 anni, Michele Gucciardi, 62 anni, imprenditore agricolo, Pietro Giambalvo, allevatore 77enne del clan di Santa Ninfa. I quattro sono detenuti per associazione a delinquere di stampo mafioso e favoreggiamento aggravato dalla modalità mafiosa per avere agevolato la latitanza del capomafia di Castelvetrano.

Le famiglie mafiose del trapanese si erano strette attorno a Messina Denaro, offrendo e ricevendo protezione al latitante, muovendo un patrimonio di milioni di euro.

L’operazione Ermes aveva svelato le attività dei fedelissimi di Messina Denaro.

Del boss non si hanno notizie  dal 1993 ma riesce comunque a muovere le sue pedine nell’economia siciliana e italiana, stringendo legami e siglando affari milionari, grazie a “insospettabili”: attività imprenditoriali per celare le attività mafiose che scorrevano in parallelo.

Dalle indagini emerge un quadro inquietante: Scimonelli era la “faccia pulita” da mandare a Roma, nel cuore della Sicilia c’erano però i solidi contatti con alcuni vecchi mafiosi, Vito Gondola, Michele Gucciardi e Pietro Giambalvo, gli uomini che smistavano i pizzini portati da Scimonelli. Dietro questi scambi ci sono supermercati (solo Scimonelli gestiva tre supermercati Despar fra Partanna e Gibellina) e società in settori.

Adesso, polizia, Gico della guardia di finanza e carabinieri del Ros sequestrano il tesoretto degli ultimi fedelissimi di Messina Denaro che vale 13 milioni di euro. Il decreto di sequestro preventivo chiesto dal procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato e dai sostituti Paolo Guido e Carlo Marzella riguarda anche una lunga lista di immobili, fra appartamenti, ville e terreni, 80 in totale. Il sequestro è scattato pure per le masserie dove si tenevano gli incontri per lo scambio dei pizzini; i biglietti venivano nascosti sotto un masso.

Il vecchio e il nuovo. I bancomat, le grandi società ma anche pizzini, masserie e vecchie pratiche: ecco il volto della mafia di Matteo Messina Denaro.