Diga Rubino: capacità ridotta e rischio spreco d’acqua, sindacati chiedono chiarezza

Diga Rubino: capacità ridotta e rischio spreco d’acqua, sindacati chiedono chiarezza

TRAPANI – La capacità della Diga Rubino, situata in provincia di Trapani, è stata drasticamente ridotta da 11 a meno di 5 milioni di metri cubi a causa di presunte carenze strutturali.

Il caso della Diga Rubino

La decisione, imposta dal Ministero delle Infrastrutture tramite la Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche, ha sollevato numerose perplessità. Soprattutto tra le organizzazioni produttive e i sindacati di categoria (Conf.Sal Sicilia, Copagri, FederAgri e Conf.Sal provinciali). Questi ultimi denunciano la mancanza di trasparenza e progettualità da parte delle istituzioni competenti. Richiamato il caso della Diga Trinità, dove per anni milioni di ettolitri d’acqua sono stati sversati in mare. Salvo poi scoprire che le condizioni strutturali dell’invaso non erano così compromesse come si temeva.

I sindacati chiedono chiarezza

“Non sappiamo quali siano i problemi strutturali della Diga Rubino, né quali interventi siano previsti per risolverli”. Lo denunciano Cipriano Sciacca ed Enzo Daidone di Confsal Sicilia, rispettivamente segretario regionale e provinciale. La loro richiesta di chiarimenti è condivisa anche dai segretari provinciali Pino Aleo di Copagri e Michele De Maria di FederAgri. Sollecitano un incontro urgente con le autorità politiche e amministrative.

Il rischio maggiore, secondo i sindacati, è che, con il livello dell’invaso ormai vicino alla quota massima consentita (circa 4,8 milioni di metri cubi), le abbondanti piogge degli ultimi mesi portino allo sversamento in mare di enormi quantità d’acqua. “Sarebbe un controsenso disperdere una risorsa così preziosa, soprattutto se, come per la Diga Trinità, si dovesse scoprire che le condizioni strutturali non sono così compromesse come si crede”, sottolineano le sigle sindacali.

Per questo motivo, è stato chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e alle autorità competenti. Il fine è trovare soluzioni concrete per la gestione dell’invaso e per evitare un ulteriore spreco di risorse idriche.