TRAPANI – In un breve video di 10 secondi, si contraddicono le dichiarazioni di Andrea Bonafede, il cugino omonimo del geometra che avrebbe permesso al boss Matteo Messina Denaro di utilizzare la sua identità. Da alcune settimane, l’uomo è detenuto per reati di favoreggiamento e violazione delle norme sulla sorveglianza. Si è quindi dimostrato che le sue parole non sono del tutto attendibili.
Le telecamere hanno immortalato l’uomo che, mentre si trovava a bordo di un’auto, si è fermato per parlare con Messina Denaro che intanto era giunto sul posto con la Giulietta nera ritrovata diverse settimane fa. La presenza di questo filmato smentisce senza particolari dubbi la versione fornita da Bonafede che aveva sempre negato di conoscere il boss.
Bonafede accusato di aver mediato tra il medico Tumbarello e il boss
Bonafede è stato accusato di aver agito come intermediario tra il medico Alfonso Tumbarello, che stava curando il capomafia, e lo stesso Messina Denaro nell’ambito di alcune ricette mediche. L’impiegato ha affermato di aver saputo che le prescrizioni fatte dal dottore, a nome del geometra, fossero effettivamente per suo cugino. In base alla sua versione dei fatti, non era a conoscenza del fatto che il paziente reale fosse invece Messina Denaro.
Secondo l’accusa, Bonafede avrebbe gestito il ritiro delle prescrizioni di farmaci ed esami clinici fatti dal dottore Tumbarello a nome del cugino e avrebbe consegnato al medico la documentazione sanitaria che il boss riceveva durante le cure. Ciò avrebbe contribuito a mantenere segreta l’identità reale del paziente e a permettergli di continuare la sua latitanza. Nel frattempo, Tumbarello avrebbe garantito a Messina Denaro l’accesso alle cure attraverso un percorso terapeutico che sarebbe durato oltre due anni. Ora gli inquirenti stanno esaminando oltre un centinaio di prescrizioni sanitarie e richieste di analisi (o di ricovero) a nome del geometra Andrea Bonafede, che sarebbero false.
Arrestato il medico che curava Matteo Messina Denaro