TORINO – “Ragazzi, se vi dico ‘treno’ andate da quella parte, eh?“. Sono le parole pronunciate in un video – poco prima della strage – da uno dei cinque operai morti a Brandizzo. La voce è quella di Kevin Laganà (nella foto sotto), la più giovane delle vittime, originaria di Messina.
Dalle immagini, mostrate in anteprima dai colleghi del Tg1, si notano gli altri operai intenti a rimuovere il pietrisco dai binari. Il sonoro fa invece riferimento alla voce del giovane messinese che avvisa i colleghi.
Intanto nelle scorse ore alla Procura di Ivrea sono ripresi gli interrogatori. È stata sentita anche la dipendente di Rfi che per tre volte avrebbe riferito al tecnico indagato che non potevano recarsi sui binari prima di mezzanotte.
“Deve passare un treno in ritardo“.
C’è da dire che quello finito nelle mani degli inquirenti non è l’unico venuto allo scoperto dai cellulari delle vittime. Il giorno prima, sul suo profilo TikTok, anche Zanera ne aveva postato un altro. Raccapricciante, forse quanto quello di Kevin.
“È la prima volta che mi succede che mentre saldo la rotaia mi esce un crocifisso. Dio mi vuole dire qualcosa sicuramente, nonostante lo richiami tutti i giorni ultimamente perché non è un bel periodo per me“.
Per il Presidente Sergio Mattarella, morire sul lavoro, è “un oltraggio ai valori della convivenza“. Peccato che ogni giorno le pagine di cronaca sono piene di incidenti sul posto di lavoro che vedono vittime operai, padri di famiglia, figli, fratelli, che non tornano più a casa.
“I morti sul lavoro sono 1.090 solo nel 2022 e più di 500 nei primi sei mesi di quest’anno. Siamo di fronte a numeri che indicano una strage. E se guardiamo agli ultimi venti anni stiamo parlando di 200mila morti, metà dei cittadini di Vercelli“. Così il leader di Cgil Landini si è espresso nella città piemontese durante la cerimonia in ricordo delle cinque vittime di Brandizzo. “Credo sia arrivato il momento di fare un ragionamento di fondo, è un sistema complessivo che va cambiato“.
In 48 ore cinque incidenti sul lavoro hanno causato in Italia altri tre morti e due feriti gravi.
Un operaio di 54 anni è deceduto a Corchiano (Viterbo) mentre con un compagno lavorava in uno stabile Ater. Improvvisamente una controparete è crollata e li ha travolti. Elitrasportato all’ospedale di Gemelli di Roma, nella notte, l’uomo è morto. Il collega, rimasto lievemente ferito, è stato visitato e subito dimesso. Per sicurezza tre famiglie che abitano nella palazzina sono state allontanate precauzionalmente.
A Corato, in Puglia, è morto un imprenditore edile travolto dal cestello di un’autogru. A distanza di poche ore sui rilievi delle Dolomiti, nel Bellunese, un dipendente della seggiovia che porta al rifugio Padon, sopra Rocca Pietore, è morto mentre eseguiva lavori di manutenzione sull’impianto.
Due anche i feriti gravi di questi giorni sul lavoro: uno in un salumificio di Felino (Parma), l’altro nel Torinese, schiacciato da uno scaffale.
E infine ieri, dove un 46enne è morto mentre lavorava in un terreno di sua proprietà a Corato, nel Barese. L’uomo stava manovrando un’autogru, quando il cestello del mezzo si è staccato e gli è caduto addosso, schiacciandolo. All’arrivo dei sanitari era già deceduto. La Procura di Trani ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Accertamenti anche del Servizio prevenzione e sicurezza sul lavoro della Asl barese.
Foto in evidenza di Ansa
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