“Terra bruciata”, archiviazione per sindaco Sgroi e presidente consiglio comunale Scalisi

“Terra bruciata”, archiviazione per sindaco Sgroi e presidente consiglio comunale Scalisi

CATANIA – Conclusa positivamente, con l’archiviazione del reato contestato, la vicenda “Terra bruciata” per il Sindaco Francesco Sgroi e il Presidente del Consiglio Comunale Carmelo Scalisi. In data 24 marzo 2023 il GIP del Tribunale di Catania, su conforme richiesta della Procura distrettuale della Repubblica, ha disposto l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato.

Né Il Sindaco Sgroi, né il Presidente del Consiglio Scalisi hanno commesso il reato di “scambio di voto politico-mafioso”. Il Sindaco Francesco Sgroi dichiara di non avere mai dubitato che la magistratura avrebbe accertato in via definitiva e con serietà l’assoluta correttezza e linearità del suo operato e l’estraneità dei fatti contestati a lui e al Presidente del Consiglio Comunale Carmelo Scalisi.

Gli interessati manifestano soddisfazione per la conclusione della vicenda giudiziaria e ringraziano gli avvocati Maria Licata, Giuseppe Mannino e Katia Ceraldi che ne hanno sostenuto la difesa.

I fatti del 2018

Nel maggio del 2018, Francesco Sgroi e il nuovo consiglio comunale sono stati eletti a Randazzo, generando forti aspettative tra i cittadini, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di Giovanni Farina nell’azienda Ecolandia, che aveva ottenuto l’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani del Comune di Randazzo. Secondo le carte dell’ordinanza, Farina e Samuele Portale sarebbero stati legati a Marco Crimi Stigliolo, cugino di Sgroi, e a Carmelo Scalisi, entrambi eletti nella lista civica Insieme per Randazzo-Francesco Sgroi Sindaco.

Tuttavia, secondo l’ordinanza, la promessa di lavoro sarebbe stata fatta in cambio di voti e sarebbe stata mantenuta solo parzialmente, poiché il contratto con Ecolandia non venne rinnovato. In una conversazione intercettata, Farina e Antonino Romano discutono della condotta del Sindaco, affermando che avrebbe comprato i voti per salire al potere e che non avrebbe mantenuto le promesse fatte. Farina cita l’esempio di un nipote dei Sangani, un ambulante a cui era stata promessa un’assunzione ma che invece aveva ricevuto un controllo da parte della polizia municipale, e che si sarebbe successivamente lamentato con il presidente del Consiglio comunale.

Queste accuse metterebbero in discussione l’integrità del Sindaco e del consiglio comunale. La promessa di lavoro in cambio di voti è un comportamento scorretto e, se dimostrato, potrebbe costituire un reato. Inoltre, se il Sindaco non ha mantenuto le promesse fatte, ciò potrebbe dimostrare una mancanza di responsabilità e di attenzione verso i cittadini di Randazzo.

In questo caso, invece, la vicenda si conclude positivamente: né il sindaco né il consigliere comunale sono coinvolti nella vicenda. Il risultato è l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato.