Su Internet siamo in pericolo: le ultime frontiere del crimine informatico e gli strumenti per la sicurezza sul web

Su Internet siamo in pericolo: le ultime frontiere del crimine informatico e gli strumenti per la sicurezza sul web

Nel 2019 quasi tutta la popolazione mondiale trascorre buona parte della propria vita personale e lavorativa a stretto contatto con la tecnologia e il mondo di Internet. Ciò nonostante, pochi sono consapevoli dei rischi nascosti dietro il web o ne sottovalutano le conseguenze.

Frode informatica, cyberbullismo e mobbing (tema molto dibattuto nelle scuole, ma meno in altri contesti), ricatti sessuali e cyberstalking, furto d’identità (pericolo raramente preso in considerazione, ma che negli ultimi anni ha danneggiato un numero incredibile persone e che in poco tempo ha dato vita a un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro solo in Italia), phishing (truffa che consiste nell’ingannare la propria vittima, spesso ingenua o in posizione di debolezza, e convincerla a fornire dati sensibili), uso della tecnologia per compiere abusi informatici tramite spamming a scopo estorsivo, hackeraggio e malware, information warfare (guerra d’informazione, molto comune in caso di contrasti politici, militari e finanziari: consiste nell’ottenere dati importanti sul nemico con ogni mezzo possibile al fine di assicurarsi un vantaggio in uno scontro): questo e molto altro si nasconde spesso dietro la banale schermata di un pc, di un tablet o di un telefono nel momento in cui gli utenti decidono di navigare su Internet per scuola e lavoro o semplicemente per trascorrere il tempo libero o gestire le proprie relazioni interpersonali.

Un altro pericolo, particolarmente preoccupante per le autorità degli stati autonomi a livello globale negli ultimi anni, è quello dell’utilizzo degli strumenti telematici con finalità terroristiche: si tratta del cyberterrorismo, l’ultima frontiera del crimine informatico.

Il termine, entrato solo recentemente nel linguaggio comune, definisce una realtà contemporanea estremamente complessa e variegata: il cyberterrorismo, infatti, non consiste semplicemente nel reclutare potenziali attentatori attraverso la propaganda diffusa in chat, forum e siti web illegali, ma anche nell’attaccare sistemi informatici al fine di ottenere informazioni importanti da utilizzare per incitare a una guerra ideologica o al compimento di crudeli atti terroristici in varie zone del mondo.

Sebbene si parli molto di questo problema principalmente in relazione al jihadismo, è bene ricordare che esistono centinaia di associazioni criminali e mafiose che si avvalgono di strumenti informatici illeciti per portare avanti le loro attività. In più, essendo il cyberspazio immune alle barriere della distanza geografica, è impossibile considerare tale fenomeno circoscritto a determinati territori e/o gruppi o pensare che esistano Paesi e popolazioni immuni alle conseguenze terribili dei crimini cibernetici di questa natura.

Sicuramente il terrorismo è un fenomeno che turba maggiormente i grandi enti e le autorità nazionali e internazionali, ma dando un’occhiata al lungo elenco di attività illegali che è possibile commettere nell’era del World Wide Web è chiaro quanto la necessità di prevenire i reati sul web riguardi ogni singolo individuo.

A fornire le linee guida per contrastare l’illegalità in campo informatico e navigare in sicurezza sono principalmente i membri delle forze dell’ordine, in particolare gli agenti della Polizia Postale, che sul loro sito ufficiale offrono una serie di consigli utili a chi pensi di essere vittima di un cybercriminale:
Non divulgare dati sensibili via Internet: nel caso in cui arrivi un’email da parte di un istituto bancario o di un ente richiedente un pagamento o una conferma di informazioni personali, è sempre meglio rivolgersi direttamente alla fonte e verificare la situazione personalmente;
Proteggere i propri dispositivi tecnologici con antivirus, antimalware e antispam ed evitare di installare programmi di origine sconosciuta o considerata potenzialmente dannosa;
Cambiare spesso password e PIN, non scegliere soluzioni troppo semplici da scoprire ed evitare di conservare i codici insieme con il supporto magnetico;
• Quando si immettono dati in un sito web, è bene verificare che la loro trasmissione avvenga con protocollo cifrato;
• Attivare tutti i sistemi Alert SMS disponibili e bloccare carte e conti bancari in caso di pagamenti non autorizzati;
• Evitare che bambini e adolescenti navighino da soli e forniscano informazioni personali e contenuti multimediali che li riguardano a sconosciuti in chat o sui social;
• Mai fornire fornire codici, foto o video a persone conosciute su Internet.

Oltre a diffondere i suggerimenti sopra citati, la Polizia Postale e tutte le forze dell’ordine incitano le vittime e i testimoni di crimini informatici a denunciare e a sfatare il mito secondo cui il cybercrime non viene punito o è considerato di poco rilievo.

Nel frattempo, continua ogni giorno la lotta contro l’illegalità su Internet, che nel 2018 in Italia ha portato ai seguenti risultati:
• 43 arresti e 532 denunce nell’ambito della pedopornografia online;
• Numerosi interventi a seguito di oltre 700 segnalazioni relative al pericoloso fenomeno del Blue Whale, il tragico “gioco” che ha condotto migliaia di adolescenti ad atti autolesionisti e, nei casi peggiori, al suicidio e che ha spinto gli enti competenti a organizzare tavoli tecnici e iniziative di informazione;
• Quasi mille controlli, 20 denunce e due arresti per reati contro la persona (circa 200 casi hanno coinvolto vittime minorenni);
• Ben 955 denunce (264 solo in provincia di Catania) e 8 arresti per estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie sui social, minacce e trattamento illecito di dati personali;
• Oltre 600 denunce per diffamazione online;
• Trattamento di oltre 160mila denunce per truffe online.

L’aumento preoccupante dei reati informatici spinge sempre più spesso le autorità competenti a unire le forze per garantire un maggiore livello di sicurezza a enti pubblici e privati e ai singoli cittadini: tra gli ultimi provvedimenti vi sono la nascita del “Comitato Nazionale per la Ricerca in Cybersicurezza” nel 2017, la promulgazione della legge contro il cyberbullismo e la convenzione tra Polizia di Stato, Confindustria e Confcooperative per la prevenzione del cybercrime, firmata pochi giorni fa a Catania dopo i numerosi casi di truffe online registrate registrate in primis ai danni di piccole e medie imprese.

Probabilmente nei prossimi anni saranno necessarie ulteriori legge a tutela degli utenti del web, cosa che sarà possibile solo con la collaborazione tra polizia e cittadini e una maggiore sensibilizzazione ai rischi di Internet in tutti i contesti pubblici e privati.

Immagine di repertorio