Body shaming, la rivincita del modello curvy: la bellezza esteriore conta o no? – I DATI

Body shaming, la rivincita del modello curvy: la bellezza esteriore conta o no? – I DATI

“Un ciclone di commenti offensivi, sarcastici e velenosi, su chi si mostra ‘troppo grasso’, ‘troppo magro’ o semplicemente ha un corpo che non corrisponde ai parametri imposti dalla società”.

Un’affermazione estrapolata dal concetto di body shaming, introdotto nella nota enciclopedia italiana “La Treccani”. Due parole, in inglese, sempre più usate nella società attuale. Si tratta di un oggetto di costante dibattito, che porta inevitabilmente a scontri tra le diverse correnti di pensiero.

Da un lato, come spesso ci si sente ripetere, “la bellezza è soggettiva“. Dall’altro, invece, c’è chi sostiene qualcosa di “oggettivamente giusto“. Alcuni continuano a difendere l’idea che la bellezza esteriore corrisponda a un corpo snello e curato, altri supportano il concetto di uguaglianza, dove si va oltre l’apparenza e la bellezza può avere forme diverse.

È l’eterno dibattito, che probabilmente non troverà mai una soluzione. Una risposta universale forse non potrà mai esserci: “Il mondo è bello perché è vario“. Ognuno continuerà a difendere i propri punti di vista, a guardare con i propri occhi e a giudicare secondo i propri canoni.

Canoni” poiché un individuo oggi è soggetto a giudizio, spesso deve rientrare in determinati “standard sociali“. Il tutto è stato considerato anche come “bullismo“, accentuato attraverso i canali social dove ci si può esprimere e si può diffondere un’opinione in tempi record.

Potremmo affermare che questo fenomeno esiste da sempre, eppure sembra aver subìto un’accelerata ultimamente. A tal proposito risulta interessante osservare alcuni dati in merito alla situazione degli ultimi anni.

Stando a un’indagine, promossa dall’associazione “Nutrimente Onlus”, una donna su 2 (48%) afferma di essere giudicata per i chili di troppo soprattutto durante l’estate”. Ciò va a inficiare sull’autostima causando spesso l’assunzione di comportamenti alimentari scorretti.

Una condizione confermata dalla ricerca, pubblicata dal The National Center for Biotechnology Information, dove come soggetti particolarmente vulnerabili vengono indicati gli adolescenti. Il rischio di disordini alimentari è presente “nelle adolescenti (32%), ma anche nelle ragazze dai 25 ai 32 anni (27%) e nelle donne dai 33 ai 45 anni (21%), mentre tra tutti gli uomini solo l’11%”.

Le parti del corpo che vengono prese di mira maggiormente sono “le gambe (48%), seguite dalla
pancia (45%), dal fondoschiena (41%) e dai fianchi (35%)”. Una circostanza che, oltre a intaccare l’autostima, genera anche stati di ansia.

Tale indagine ha coinvolto circa 4mila italiani, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 55 anni, condotta tramite il metodo WOA (Web Opinion Analysis). Quest’ultimo consiste in un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community.

Eppure una notizia rassicurante su tale argomento arriva da una modella curvy, Beatrice Bettoni. Come riportato da Il Messaggero, quest’ultima, qualche settimana fa, ha affermato: “Dai commenti e dagli apprezzamenti che vedo mi sento di dire che il nostro modello di fisico ormai è stato accettato da molte persone. Quindi non date visibilità ai pochi commenti negativi, perché in realtà ormai alla gente noi piacciamo“. 

La modella aggiunge inoltre che “il 90% dei commenti che vedo e ricevo tutti i giorni da un anno sono di incoraggiamento e positivi e possono aiutare anche altre ragazze”. Una grande soddisfazione per la donna che l’anno scorso è stata protagonista di uno spot pubblicitario, riconfermato pure quest’anno.

Per capire quale fosse la reazione del pubblico a tali dichiarazioni è stato effettuato un sondaggio, attraverso le piattaforme Facebook e Instagram, dove le persone che si sono espresse risultano ancora appartenere a due schieramenti opposti. La maggioranza, in entrambi i canali social, ha supportato e condiviso quanto affermato dalla modella curvy. Solo in pochi, al contrario, si sono trovati in disaccordo con le sue parole.

Sebbene la sensibilità a tale tema si mantenga alta, quanto riportato finora conferma che il body shaming persiste. Ma ancora una volta c’è da chiedersi se, alla fine dei conti, avrà la meglio “il contenuto” o “l’involucro“?

Inoltre, in considerazione degli ultimi risultati, in quale direzione si dirigerà la corrente maggioritaria del futuro?

Fonte foto: Pixabay.com