La parabola Astori-Hugo, il campionato riparte nel segno del numero 13

La parabola Astori-Hugo, il campionato riparte nel segno del numero 13

Ci sono delle volte in cui il destino sembra incidere per davvero. A prescindere che ci si creda o meno, la magia del “Franchi” ha reso qualcosa di incredibilmente irrealizzabile, realizzabile.

Oltre alla forte commozione che ha accompagnato il match della Fiorentina contro il Benevento, il primo senza il suo capitano Davide Astori, deceduto una settimana fa a Udine, è stato unico poter assistere alla rete del vantaggio dei viola. E non solo.

Tutti scendono in campo con la numero 13, si allenano con la maglia del capitano; il mister gigliato, Stefano Pioli, segue il pre partita anche lui con Astori “sulle spalle”, così come tutto il suo staff. Applausi, un grande telo con “Capitano per sempre!” ad accompagnare i calciatori sul terreno di gioco.

Nel capoluogo toscano, tra l’altro, piove: la simbologia vede le gocce come lacrime dal cielo quando è scomparsa una persona cara. E ha piovuto, tanto, quasi a dirotto. Sia a Firenze ma anche in tutta Italia, specialmente a Torino e Genova.

Silenzio, per più di un minuto. Tutti si abbracciano, tutti si commuovono. Stavolta non vola una mosca, cosa che non si sente tutti i giorni negli stadi italiani, dove i tifosi tendono ad applaudire piuttosto che ascoltare un assordante silenzio. Per Davide non è stato così.

Minuto 13, lo stesso numero che Astori portava sulle spalle: la Fiorentina butta il pallone in fallo laterale, un minuto di applausi. Il gioco si ferma, gigantesca coreografia della Curva Fiesole con scritto “Davide 13”. Occhi lucidi, bagnati dalle lacrime che scendono soltanto dal volto di Davide a causa della forte pioggia che si è abbattuta su Firenze.



Poi, il destino ci mette il suo. La Fiorentina passa in vantaggio: corner dalla destra, Saponara effettua un cross preciso in mezzo all’area per Vitor Hugo. Il centrale si innalza da terra, slancio quasi superiore ai due metri e colpo di testa che si infrange in rete. 1-0, tutti in ricordo di Astori. Il difensore si dirige verso la panchina e gli viene consegnata una t-shirt bianca con un’immagine del suo capitano stampata: la prende e la mostra al pubblico, poi la riconsegna a un componente dello staff viola. Hugo si allontana ed effettua un saluto militare, proprio come se stesse salutando un sergente.

Il destino, come già citato, ha voluto che a segnare il gol decisivo, tra l’altro il suo primo in Serie A, fosse il sostituto di Astori e portasse il numero 31 sulle spalle, l’opposto del 13. Altra coincidenza: guardando l’orologio, quest’ultimo ha segnato le ore 13 in punto. Esultanza contenuta, tanti cori che sanno di urli liberatori, tutti dedicati al Capitano.

È la rete decisiva contro un Benevento combattivo, soprattutto nella ripresa, e fermato dal palo nel finale. Altri applausi al triplice fischio: si commuovono anche Stefano Pioli e i fratelli Della Valle, proprietari del club fiorentino.

Siamo certi che questa sfida verrà ricordata a lungo, poiché simboleggia la fine di un’era e l’inizio di un’altra, con qualche coincidenza evidente ma necessaria per salutare Davide Astori nel migliore dei modi.

Gabriele Paratore – Andrea Lo Giudice