Il “D10S”, la storia si chiama Messi: Cristiano Ronaldo gli è secondo?

Il “D10S”, la storia si chiama Messi: Cristiano Ronaldo gli è secondo?

Barcellona, Camp Nou, 1 maggio 2019. Lionel Messi.

Sono parole semplici che, tuttavia, racchiudono quello che è accaduto ieri sera, dove quando e grazie alle magie di chi. Il “D10S” Lionel Messi è stato sicuramente decisivo nella semifinale d’andata di Champions League contro il Liverpool, vinta dai catalani per 3-0.

La sua doppietta pesa anche più del previsto perché, oltre ad aver ipotecato la finale di Madrid, simboleggia le reti numero 599 e 600 (quest’ultima su punizione) con la maglia del Barcellona. La prima venne siglata nel 2005, dopo 14 anni Messi è un altro calciatore.

Dopo ieri sera, qualcosa sembra essere cambiato. Da sempre, per chi ha il “lusso” di vederlo giocare e di poter raccontare certe azioni ai propri figli e nipoti, la diatriba tra Messi e Cristiano Ronaldo, oggi in forza alla Juventus, è al centro del mondo calcistico moderno. Mettendo in mezzo anche Pelé e Diego Armando Maradona, sebbene questi ultimi due abbiano giocato in tempi totalmente diversi da quelli di oggi.

Bene, oggi è difficile leggere anche sui social qualcuno che sostenga Cristiano come il miglior calciatore di sempre. Messi viene osannato, acclamato, pregato. È davvero così?

La risposta è: dipende dai punti di vista. La differenza più grande, probabilmente, è la caratteristica per cui entrambi nascono. La spettacolarità e la passione di Messi contro la tenacia e la costanza (soprattutto fisica) di Cristiano. L’ago della bilancia ruota sempre sull’incisività di un calciatore: lo sono stati entrambi. Messi in veste blaugrana, Ronaldo in più parti d’Europa. Quest’ultimo ha costruito la sua storia al Real Madrid vincendo 4 Champions e numerosi Palloni d’Oro, così come ha conquistato la coppa delle grandi orecchie con il Manchester United nel 2008. Adesso è arrivato lo scudetto con la Juventus, ma anche la bruciante eliminazione ai quarti di finale contro l’Ajax.

I trofei di Messi con il Barça non si contano: una vita per una sola maglia. Una sola maglia e infinite vittorie di squadra e premi individuali.

Poi, il tasto nazionali: Messi con la sua Argentina non è ancora riuscito a vincere, mentre Ronaldo è stato protagonista dell’Europeo disputato in Francia nel 2016, vinto proprio dal Portogallo nel momento più difficile, quando Cr7 si era infortunato.

Non è facile scegliere tra i due, anche perché le caratteristiche sono diverse, alti e bassi ne hanno avuti entrambi. Come si fa, in effetti, a dire che uno è migliore dell’altro se entrambi sono al centro del movimento calcistico di oggi? È come la destra e la sinistra, o come “arancino” o “arancina” (leggendola in chiave siciliana).

Certo, la gara di ieri ha messo un punto fermissimo su Messi, poiché il Liverpool avrebbe potuto perdere con meno gol di scarto. Ma, la “Pulce” argentina ha piazzato all’angolino una palla che nemmeno il miglior Alisson, portiere dei Reds, poteva prendere nonostante fosse sulla traiettoria. Perché di Messi o Ronaldo, a prescindere da chi riceverà la corona di migliore della storia, non ne esisteranno più, forse.

La cosa certa, comunque, è che ci si accorgerà del loro valore a tutti gli effetti solo quando, un giorno, non scenderanno più in campo. E un po’ tutti vorremmo che questo giorno fosse il più lontano possibile.