Nonostante un weekend condotto in modo perfetto fino al sabato con una pole position da urlo, Lewis Hamilton, campione del mondo in carica, si è dovuto inchinare a una Ferrari eccezionale, sia in pista, sia al muretto.
“Una vittoria di squadra” l’ha definita Sebastian Vettel, autore di una splendida cavalcata, dopo essere scattato dalla terza posizione alle spalle del compagno di squadra Kimi Räikkönen e del campione inglese della Mercedes.
Al via, è subito grande battaglia in pista. Hamilton, scattato con qualche difficoltà, riesce a mantenere la prima posizione, nonostante l’aggressività del finlandese della Ferrari. La Mercedes, in questa fase, ne ha di più e si vede: grande velocità di punta e guidabilità praticamente perfetta, specie nel primo e nel secondo settore.
Difficoltà, invece, per la Red Bull, soprattutto con Max Verstappen, costretto ad accodarsi alla Haas di un ottimo Kevin Magnussen, capace di sfruttare tutti i cavalli del suo motore Ferrari. Il giovane pilota della Red Bull “tira” talmente tanto la sua monoposto che rischia di fotocopiare l’incidente di Valtteri Bottas in qualifica.
Poi, inspiegabilmente, arrivano due clamorosi errori in fila dei meccanici della Haas. In entrambi i casi, ci sono state difficoltà nel montaggio della gomma posteriore destra di Magnussen e dell’anteriore sinistra di Romain Grosjean. Dopo essere usciti dai box, a distanza di pochi giri, i piloti sono stati costretti a fermarsi dopo qualche metro e a ritirarsi definitivamente.
Il ritiro di Grosjean segna la svolta del Gran Premio. Si parte prima con la Virtual Safety Car, con le monoposto impossibilitate a superare e costrette a mantenere una velocità addirittura minore rispetto a quella che, per regolamento, va tenuta in pit-lane.
Ne approfitta alla grande Sebastian Vettel: sosta, gomme soft e rientro in pista davanti a Lewis Hamilton, fermatosi qualche giro prima. Una strategia che si rivelerà vincente: siamo al giro 32 e da questo momento in poi, fino al 58°, la Ferrari del tedesco rimarrà lì davanti a tutti.
Dopo il rientro della Safety Car (uscita nel frattempo per permettere ai doppiati di riaccodarsi), è autentica battaglia tra il tedesco e l’inglese, con il pilota della Mercedes più volte pericoloso. Al 47° giro, Hamilton sbaglia e da lì la sua vettura mostra qualche problema di troppo, palesatosi definitivamente al giro 54.
Anonima la gara del già citato Bottas, partito 15° e arrivato solo 8°; difficile il ritorno dell’Alfa Romeo, seppur come sponsor, in Formula 1.
La Ferrari, dunque, vince e convince. Una gara praticamente perfetta, portata a casa grazie anche a un po’ di fortuna. Un mondiale che, fin dalle prime battute, promette di essere spettacolare.
Ecco l’ordine d’arrivo:
1) Sebastian Vettel (Ferrari)
2) Lewis Hamilton (Mercedes)
3) Kimi Raikkonen (Ferrari)
4) Daniel Ricciardo (Red Bull)
5) Fernando Alonso (McLaren)
6) Max Verstappen (Red Bull)
7) Nico Hulkenberg (Renault)
8) Valtteri Bottas (Mercedes)
9) Stoffel Vandoorne (McLaren)
10) Carlos Sainz Jr. (Renault)
11) Sergio Perez (Force India)
12) Esteban Ocon (Force India)
13) Charles Leclerc (Sauber)
14) Lance Stroll (Williams)
15) Brendon Hartley (Toro Rosso)
Giro più veloce: 1:25:945 (Daniel Ricciardo)
Ritiri: Sirotkin (Williams), Ericsson (Alfa Romeo Sauber), Gasly (Toro Rosso), Magnussen (Haas), Grosjean (Haas)
Prossimo appuntamento in Bahrein, domenica 8 aprile.
Fonte foto: Formula1.it