Luc Besson firma una nuova versione dell’intensa e lacerante storia di Dracula ispirata al romanzo di Bram Stoker. I riferimenti al Dracula di Coppola del 1992 sono tanti ed estremamente evidenti ma Besson riesce a staccarsi dal cult degli anni novanta ridelineando una sua autonomia ed originalità.
“Dracula – l’amore perduto” con un ammaliante e perfetto Caleb Landry Jones nel ruolo del tormentato Vlad III dona al pubblico una storia d’amore gotica facendo emergere il lato umano di Dracula, con le sue fragilità e debolezze.
Non un vampiro assetato di sangue alla ricerca di uomini e donne da prosciugare, ma un uomo disperatamente innamorato della sua Elisabeta al punto di rinnegare Dio, dopo la morte della moglie e trasformarsi in vampiro.
Amore e morte s’intrecciano in un film che da Londra si sposta a Parigi e rievoca attraverso la citazione del profumo, mai utilizzata fino ad oggi per raccontare il principe di Valacchia, l’abbandono dei sensi tra vittima e carnefice in un perfetto stile gotico e superando la “semplice” narrazione horror per dare libero sfogo all’amore primordiale e sensuale per un’avvicente tragedia melodrammatica in cui l’amore è il protagonista assoluto.
Besson punta a far conoscere un uomo, non solo il vampiro, perdutamente innamorato della sua donna, la quale non può non essere invidiata, che per donarle il suo amore puro e incontaminato ha attraversato gli oceani del tempo per ritrovare l’amata, che corteggia amorevolmente fino al punto di farsi uccidere per evitarle la dannazione eterna dimostrando così tutta la grande umanità di Dracula.
È facile per lo spettatore poter cogliere tutte le umane debolezze del protagonista che Jones interpreta magnificamente ed arrivare a fare il tifo per lui e la sua Mina, Zoe Bleu, reincarnazione del suo grande amore Elisabeta. Legame che commuove e grazie al quale gli vengono perdonate le azioni più atroci come quella all’interno del convento dove si nutre delle suore per ritornare in forze e rivedere anche una sola volta il suo grande amore.
Poco convincente Christoph Waltz nei panni di Van Helsing personaggio che doveva essere più delineato e meno macchiettistico mentre convince per la bravura Matilda De Angelis nel ruolo dell’adepta Maria.
L’intero film s’interroga con poesia sulla fede e la natura umana e gli omicidi commessi da Dracula avvengono non solo per sopravvivenza ma per l’amore perduto che spera di ritrovare dilaniando ciò che resta della sua anima umana.



