Flop al primo dj set, poi l’esplosione nel mondo dell’elettronica: tutto ciò che era Avicii

Flop al primo dj set, poi l’esplosione nel mondo dell’elettronica: tutto ciò che era Avicii

Non è ancora chiaro come il mondo della musica abbia perso uno dei suoi più promettenti talenti: Tim Bergling, meglio noto come Avicii (“Senza onde” in sanscrito). Il dj, di origine svedese, ci ha lasciati ieri, tra lo stupore generale di chi lo ha seguito fin dai suoi primi brani.

Cantante, dj, produttore e molto altro ancora, Avicii si è spento all’età di 28 anni, trovato morto in Oman, nella città di Muscat. Innumerevoli i successi: a cominciare con un brano di buona qualità come Levels (2011), Tim prese il volo nelle classifiche mondiali con Wake Me Up ed Hey Brother, suoi successi nel 2013. Da quel momento, tutto ciò che produsse venne ascoltato specialmente dalle nuove generazioni.

Ad annunciarne la scomparsa è stata Diana Barton, sua addetto stampa: “È con profondo dolore che annunciamo la perdita di Tim Bergling, noto anche come Avicii. È stato trovato morto a Muscat, in Oman, questo venerdì pomeriggio”. Non sono ancora note le cause, ma Tim era scomparso un po’ dai social network.

Suonava nei posti più suggestivi, avrebbe partecipato al Billboard Music Award con il disco Avicii 01 il prossimo 20 maggio. La sua musica, concentrata ai numerosi remix, era molto apprezzata. Già all’età di 18 anni, iniziò a comporre canzoni. Tanti i suoi singoli di successo dopo il 2013 e le collaborazioni di successo: due fra tutte quelle con Robbie Williams in The Days (2014), Simon Aldred in Waiting For Love (2015) e Rita Ora in Without You (2017). Spiccano anche i lavori con i Coldplay e Madonna, due colonne portanti della musica moderna.

Secondo la rivista statunitense Forbes, Avicii era riuscito a fare la sua fortuna già nel 2014, guadagnando 28 milioni di dollari. Nel 2013, tra l’altro, è entrato definitivamente nel cuore degli ascoltatori svedesi grazie al suo innovativo remix di We Write Story, scritta dai cantanti del gruppo ABBA Benny e Bjorn, mescolando il genere antico e quello moderno della musica del suo paese.

 

Iniziati, ovviamente, i messaggi di cordoglio su tutti i social per “il re dell’elettronica svedese”. A figurare tra i primi è Martin Garrix, anche lui dj e suo amico, insieme con altri volti noti del settore come Kygo e la casa discografica Spinnin’ Records. Senza contare i milioni di fans che hanno espresso un pensiero in memoria del dj nordeuropeo.

Anche i testi delle sue canzoni risultavano pieni di significato: “One day you’ll leave this world behind
So live a life you will remember” (“Un giorno ti lascerai questo mondo alle spalle, quindi vivi una vita che ricorderai”), una delle frasi simbolo di The Nights.

Pare che, comunque, la sua ascesa in campo musicale fosse frenata da problemi di salute mai rivelati del tutto. Forse a causa di quest’ultimi, Tim non è riuscito a rimanere in vita. Avrebbe sofferto di pancreatide.

Fatto sta che il 26 ottobre 2017, su Avicii è uscito anche un documentario, True Stories, dove sono stati raccontati gli aneddoti più curiosi che hanno portato il musicista a essere uno dei più influenti dj del pianeta: crescita esponenziale come tema principale, visto che nel suo primo dj set a Miami, nel 2010, c’erano soltanto 3 persone. Un dato misero, considerando che in otto anni, dal 2008 al 2016, terrà ben 813 shows.

Si ferma una carriera brillante e intensa di un artista dalle qualità innate, sbocciato prematuramente e volato via ancor prima.

Immagine in evidenza: EDMTunes