QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Catania – È molto semplice pensare al fatto che la fruizione orale della lingua latina sia pressoché inutilizzata. La domanda che viene posta più spesso, infatti, agli studenti del liceo classico è proprio quella relativa allo studio delle cosiddette lingue morte, ovvero: “Ma a che serve studiare latino e greco?”.
Ebbene, la risposta più comunemente data dai ragazzi che frequentano o che hanno frequentato il liceo classico è legata alla logica adoperata durante la traduzione di una versione o all’apertura mentale che studiare le lingue classiche -e dunque anche le relative culture, società, e storia politica- comporta. Avere una prospettiva ampia, una visuale sul mondo che permetta di leggere tra le righe e di analizzare il quotidiano, che sembra essere lontano dai secoli in cui fiorivano le civiltà greca e romana ma che in realtà è coerentemente rappresentante delle radici linguistico-sociali occidentali: questo significa studiare le lingue classiche.
Curioso è allora condividere gli insegnamenti appresi durante gli anni scolastici e mettersi in gioco nei certamina. Giorno 31 marzo gli studenti del Liceo Classico N. Spedalieri, Miriam Adamo (classe IV E), Sofia Conti (classe IV C), Antonio Guastella (classe V C), Sofia Ortolano (classe III C) e Benedetta Reganati (classe III C), accompagnati dalla Prof.ssa Iannelli, hanno preso parte alla XII esima edizione del Certamen Mutycense, il cui tema era il “limes, sogni, confini, limiti nello spazio e nel tempo”, organizzato dall’Istituto d’Istruzione Superiore G. Galilei – T. Campailla di Modica.
I partecipanti della prima sezione, prevista per studenti di secondo e terzo anno, hanno tradotto un brano di Cesare, mentre coloro che hanno gareggiato per la seconda sezione, riservata invece a studenti di quarto e quinto anno, si sono interfacciati con un testo di Seneca. Alla traduzione venivano accompagnati due commenti, l’uno morfo-sintattico/retorico-stilistico e l’altro di confronto con due testi proposti.
Il Certamen Mutycense ha coinvolto quest’anno, dopo tre anni di pandemia, ben 175 studenti da 22 scuole di tutta Italia, numeri davvero importanti che hanno fatto sì che si potesse creare tra i ragazzi provenienti da tutto il Paese un dialogo non solo di carattere benevolmente competitivo, ma anche e soprattutto di stampo sociale.
In occasione del certamen il Liceo Campailla ha inoltre organizzato per tutti coloro che vi partecipavano un piacevole fine settimana all’insegna di visite guidate per la bellissima cittadina di Modica e di tanto, tantissimo e buonissimo cioccolato.
Ma la dolcezza non è giunta al Liceo classico N. Spedalieri soltanto dall’esperienza che gli studenti hanno vissuto e che si è rivelata costruttiva. Domenica 2 aprile, giorno della cerimonia di premiazione, Benedetta Reganati, della classe III C, si è qualificata al terzo posto nella prima sezione. Lo Spedalieri è stato orgogliosamente proclamato e ha ottenuto questo felice riconoscimento.
I primi due classificati nel podio della prima sezione sono stati rispettivamente Viola Valerio e Aurelio Riccardo Turco del Liceo “Parini” di Milano; il podio della seconda sezione ha invece visto primeggiare in ordine Daniele Bellanova del Leopardi Majorana di Pordenone, Francesco Dieni dell’Impallomeni di Milazzo e Valentina Chieppa del Massimo di Roma. Inoltre, sono state assegnate alcune menzioni ad altri partecipanti. La premiazione si è svolta all’interno di una conferenza tenuta sul tema centrale del certamen e sul valore del “classico” dai professori emeriti Alice Borgna dell’Università del Piemonte Orientale, Laura Pepe dell’Università di Milano, Daniela Ferrarello dell’Università di Catania, Mario Lentano dell’Università di Siena, Marco Formisano dell’Università di Gand e Ivano Dionigi dell’Università di Bologna.
Certamente ricevere la soddisfazione di essere premiati, così come è stato per l’emozionatissima Benedetta, è un grande onore per il liceo e una felice vittoria individuale. È però importante ricordare quanto sia fondamentale essere sempre aperti a nuove esperienze che portano, inevitabilmente, ad una crescita sia formativa che personale.
I certamina sono indubbiamente delle sfide innanzitutto con se stessi.
Miriam Elvira Adamo, classe IV sez. E
Del Liceo Classico Statale N. Spedalieri di Catania