Qual è il destino dei nostri desideri?

Qual è il destino dei nostri desideri?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

La tendenza a confinare i disegni della nostra immaginazione in una dimensione avulsa dalla realtà allontana lo spirito dalla ricerca di affermare la propria autenticità e ostacola una crescita che l’uomo può compiere solo superando i propri limiti.

Contro la pericolosa strategia della disillusione, la fondazione La Città invisibile propone l’alternativa dell’Utopia possibile, inaugurando un ciclo di seminari dedicati al tema della scrittura e dell’utopia.

Il centro fieristico Le Ciminiere di Catania ha ospitato la prima edizione del festival, presentata dalla dott.ssa Alfia Milazzo e arricchita dalla presenza del professore Mario Strano, da sempre dedito all’educazione didattica e morale dei giovani, e di Enrico Guarneri, magistrale attore di teatro siciliano, i cui interventi sono stati moderati dalla dott.ssa Letizia Cunsolo.

Gli incontri, destinati alla giovane popolazione studentesca e cominciati il 17 febbraio 2025 con un invito a riflettere sulla potenzialità di ciò che riteniamo “irrealizzabile”, puntano sulla capacità di ciascuno di individuare nell’”Inferno” ciò “che Inferno non è” e di valorizzarlo. Dunque, per recuperare ciò che è stato abbandonato, occorre servirsi di linguaggi universali, come la musica e il teatro, per la loro capacità di accostarsi all’animo umano e di esprimerne la condizione.

Il ruolo che tali riflessioni hanno occupato nel favorire l’acquisizione della consapevolezza sulle proprie potenzialità e sull’importanza dei sogni ha trovato un riscontro pratico nell’attivo dibattito fra il giornalista Michele Cucuzza, ospite del secondo incontro del festival, e gli studenti di vari istituti della provincia di Catania. Partendo dal tema previsto per l’intervento, riguardante la strage di Ustica e l’ispirazione suscitata dal drammatico evento per la realizzazione del libro “Guarda, cos’è?” (ultima espressione pronunciata dal comandante del velivolo dc9 poco prima di essere abbattuto da due misteriosi caccia, la sera del 27 giugno 1980), il giornalista ha soffermato la propria attenzione su una tematica attuale, rivolgendo ai suoi giovani interlocutori una sagace provocazione sull’etica di contribuire a un conflitto per porvi termine.

La reazione di forte disappunto dei ragazzi ha dimostrato una convinta resistenza non solo alle azioni violente, ma anche al supporto di esse, ritenuto incompatibile col raggiungimento della pace. D’altra parte, il festival dell’Utopia dimostra come la forza del dialogo eserciti un impatto maggiore delle armi: se la guerra è alimentata dal desiderio di dividere e distruggere, le parole riescono, invece, a unire, colmando i vuoti rappresentati dall’incomprensione e dall’indifferenza.

 

 

Sofia Scaccianoce V^B – Liceo Ginnasio Statale “G. Verga” – Adrano (CT)