PER NON DIMENTICARE. LA PARTECIPAZIONE DEL LICEO CLASSICO “SPEDALIERI” NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA

PER NON DIMENTICARE. LA PARTECIPAZIONE DEL LICEO CLASSICO “SPEDALIERI” NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Il 27 gennaio non è un giorno come gli altri, il 27 gennaio ha qualcosa di più, qualcosa di speciale, che lo rende un giorno significativo, di quelli da cerchiare in rosso sul calendario per assicurarsi di non poterlo dimenticare. Ormai sono quasi 18 anni che è stata scelta questa data per celebrare la giornata mondiale della memoria, un giorno in cui ognuno di noi è chiamato a ricordare le vittime dell’olocausto, affinchè un evento così drammatico non possa mai più ripetersi.

Proprio al fine di diffondere questa cultura della pace e trasmettere, specialmente ai giovani, l’importanza del ricordo e della commemorazione, innumerevoli scuole e istituti su tutto il territorio nazionale organizzano per questa ricorrenza incontri o eventi di svariato tipo. Sul territorio catanese, un esempio di ciò è stato il Liceo Classico Nicola Spedalieri, che anche quest’anno ha deciso di partecipare attivamente a questa giornata, proponendo due attività diverse ma ugualmente educative. Parte dell’istituto infatti, si è recata alla facoltà di Scienze politiche e sociali di Catania, per partecipare all’incontro “Oggi è arrivato il momento…”, nato da una collaborazione tra gli atenei di Catania, Messina ed Enna. Altre classi invece, si sono recate al centro Zo, per assistere alla proiezione del film “Terezìn”, una pellicola diretta dal regista Gabriele Guidi e uscita nelle sale il 26 gennaio. Al termine della proiezione, culmine di una mattinata definita “emozionante”, il giudizio degli studenti è stato ampiamente positivo. La giornata è iniziata con un intervento di Cateno Piazza, direttore del Catania film fest, seguito da un momento di riflessione, in cui 17 studenti e studentesse si sono fatti portavoce di testimonianze e citazioni riguardanti la Shoà. Successivamente, un minuto di silenzio ha dato il via alla proiezione, che ha appassionato i presenti in sala per tutti i 110 minuti.“Terezìn”, infatti, si è rivelato un film profondo e toccante, in grado di trasmettere la sofferenza del popolo ebraico, mettendone in luce una faccia probabilmente sconosciuta a molti.

Ispirandosi ad eventi realmente accaduti, la vicenda narra del campo di concentramento di Theresiendstadt, meglio noto come “ghetto di Terezìn”, una struttura di deportazione a 60 km da Praga, famosa per aver ospitato il fiore degli intellettuali ed artisti ebrei dell’epoca. La cura e i dettagli dei costumi e delle scenografie ha permesso agli spettatori di immedesimarsi al meglio nelle terribili condizioni di vita a cui erano sottoposti gli ebrei, sottolineando in particolare la brutalità delle SS tedesche, nel reprimere ogni forma di intrattenimento e interesse culturale. Citando proprio le parole del film “se vuoi privare un popolo della sua libertà e dignità, cominci distruggendo la sua cultura”. Tuttavia, rendendosi conto che i talenti ospitati all’interno della struttura non potevano totalmente essere messi a tacere, il direttore del campo concede, in via del tutto eccezionale, che venga allestita una piccola orchestra, incaricata di esibirsi davanti a visitatori importanti, in modo da addolcire l’apparenza della struttura.

Quello che dapprima sembra uno strumento di manipolazione, uno stratagemma tedesco per tranquillizzare gli animi pur mantenendo un controllo assoluto, in realtà si rivela la principale fonte di vita per i civili deportati, che trovano nella musica un ultimo disperato appiglio. Inoltre, la scelta di colonne sonore a dir poco commoventi ha permesso al regista di far arrivare a tutti il suo messaggio, mostrando come l’arte può rivelarsi uno straordinario mezzo di conforto per l’animo.

L’importanza di messaggi come questo però, non è immediatamente percettibile. Per coglierne a pieno il valore bisogna scavare a fondo. Infatti l’effetto ottenuto dal film “Terezìn”, così come da tutte le altre iniziative, non può e non deve esaurirsi al termine del 27 gennaio, ma educare e sensibilizzare, affinchè ragazzi e ragazze di oggi, in futuro possano costruire una società migliore. La giornata della memoria è nata per non dimenticare, e allora impegniamoci tutti a ricordare, non solo oggi, ma sempre, perché come disse Primo Levi “l’olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria.”

 

Riccardo Vigneri, classe VC Liceo Classico “Nicola Spedalieri” di Catania