QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Una problematica da cui siamo spesso colpiti, latente, sottovaluta ma pericolosa, è la depressione. Questa è invisibile, può colpire soggetti particolarmente fragili o predisposti. È una brutta bestia, che fa entrare in un circolo vizioso di apatia, tristezza ad arrivare a pensieri più negativi arrivando, in casi estremi, al suicidio.
In Italia ogni anno si registrano 4000 suicidi, ma spesso nessuno si rende conto del malessere che quella persona provava con cui conviveva da tempo. Per uscire da questo tunnel bisogna avere fiducia in sé stessi ma spesso si perde lungo il tragitto e ci si lascia andare.
Si vive nella speranza che succeda qualcosa per cui si possa morire. Si perde la speranza nella vita, chi soffre di ciò si chiude nel posto dove ci si sente al sicuro, un sentimento o un luogo come la propria stanza. Qui si passa la maggior parte del tempo perché si pensa che gli altri non possano capire i nostri problemi o li prenderebbero con superficialità.
Fuori si fa finta di nulla si indossa una maschera per immedesimarsi in qualcun’altro che non ha problemi, ma in realtà si ci sente come se il mondo stesse crollando. Poi si torna a casa e cambia totalmente umore, il mondo si rompe in mille pezzi, da finti felici si diventa tristi non si capisce più nulla, i pensieri offuscano la mente, l’unica certezza è la voglia di morire. Si ci chiede come cambierebbe il mondo senza di noi, le persone sarebbero tristi o felici, la nostra mente si dà, in automatico, una risposta, quella più brutta dove tutti sarebbero felice o indifferenti. Ciò avviene perché si vede il mondo di un unico colore, un mondo unicamente nero, solo gli aspetti negativi del mondo, della gente e dei propri cari. Quando si pensa al suicidio ci si ritrae come persone inutili che creano problemi anche stando zitti, si pensa che se non fossimo nati nulla sarebbe cambiato, ci si pone domande ma non agli altri, ma a se stessi. Non le facciamo agli altri perché magari possono notare quella micro espressione e accorgersi di qualcosa. Si preferisce chiudersi dentro quattro mura per stare soli, perché si pensa sia la soluzione migliore. Il cervello diventa il nostro nemico, non ci si fida di sé e degli altri, si ha paura della propria ombra dei pensieri altrui, si vuole solo sprofondare.
La gente come fa non notare tutto ciò? Si è talmente bravi a fingere di stare bene che sembra veramente di stare così, tutti si soffermano sulle apparenze, non interessa come stai realmente ma ad evitare di stare soli. La vita è breve per fare tutto ciò che si vuole, abbiamo poco tempo e troppe cose da fare, diamo per scontato cose che non lo sono e ci si perde in banalità. Si ha poco tempo per vivere e sprechiamo tempo sulle apparenze, si pensa all’apparire, si spreca tempo a star male. Non capendo che bisogna rialzarsi perché una via c’è
sempre e non bisogna cadere al primo ostacolo, ma affrontarlo e, senza vergogna, chiedere aiuto e farsi aiutare.
Sara Lo Pinto II^C – Istituto Convitto Nazionale Mario Cutelli – Catania