I “retroscena” dei Mondiali di calcio Qatar 2022: omofobia e diritti calpestati.

I “retroscena” dei Mondiali di calcio Qatar 2022: omofobia e diritti calpestati.

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Sono iniziati da poco i Mondiali 2022 in Qatar e, nonostante quest’anno la Nazionale italiana non sia tra i protagonisti di questo grandissimo evento, sono stati comunque in molti gli appassionati di calcio che hanno deciso di seguire lo stesso le partite. Ciò che però ha fatto discutere l’opinione pubblica in tutto il mondo ancora prima dell’inizio dell’evento, è stato sicuramente il mancato riconoscimento da parte dello
Stato organizzatore di alcuni diritti fondamentali, quali quelli della comunità LGBTQ+. Quelli del 2022 sono senza dubbio i Mondiali più discussi di tutti i tempi. Sia per non aver rispettato i diritti delle donne e delle persone LGBTQ+, sia per la scarse norme di sicurezza che hanno portato alla morte di alcuni operari durante la costruzione degli stadi che oggi ospitano gli atleti e i milioni di spettatori, il Qatar si trova infatti sotto i riflettori di numerose polemiche che furono in seguito alimentate dalle autorità del Paese che vietarono l’esposizione di bandiere arcobaleno durante gli eventi sportivi, e dall’intervista dell’ex calciatore e ambasciatore del Qatar Khalid Salam, il quale ha definito l’omosessualità “una malattia mentale” e “haram”, cioè un peccato.

“Durante i Mondiali arriveranno molte cose nel nostro Paese. Parliamo dei gay..La cosa più importante è la seguente: tutti accetteranno che vengano nel nostro Paese. Ma loro dovranno accettare le nostre regole”. Queste esatte parole furono pronunciate da Khalid Salam durante un’intervista rilasciata alla TV tedesca Zdf, che non ha lasciato né il pubblico, né le 32 federazioni in gioco (13 europee, 8 americane, 5 asiatiche, 5 africane e 1 oceanica) indifferenti. Inghilterra, Germania, Belgio, Francia,

Galles, Svizzera, Olanda e Danimarca, per tutta risposta, avevano infatti annunciato che i loro capitani avrebbero indossato una fascia bianca con un cuore dai colori dell’arcobaleno e il numero uno tra le parole “One” e “Love, nata nel 2020 in Olanda come forma di protesta per qualsiasi discriminazione per l’orientamento sessuale. Questa decisione venne però bandita dalla Fifa (Fédération Internationale de Football
Association), la quale, per una questione di regolamento, stabilì che le uniche fasce utilizzabili durante i Mondiali fossero quelle approvate dalla Fifa.

Nonostante i diversi divieti imposti, la Germania, prima della partita col Giappone, ha deciso ugualmente di protestare “silenziosamente”. Durante la foto di rito prima del fischio di inizio, i tedeschi si sono messi la mano sulla bocca per sottolineare la censura sulla questione dei diritti umani e civili. «Con la fascia del capitano abbiamo voluto dare l’esempio dei valori che viviamo in Nazionale: “Diversità” e rispetto reciproco. Sii forte insieme ad altre nazioni. Non si tratta di un messaggio politico: i diritti umani non sono negoziabili. Questo dovrebbe
essere ovvio. Purtroppo non lo è ancora. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Bandirci dalla benda è come bandire le nostre bocche».

La censura ha toccato anche i diritti delle donne: durante la partita tra Galles e Iran, la sicurezza ha infatti sequestrato magliette e bandiere con la scritta “Woman Life Freedom”, a sostegno delle varie proteste per i diritti delle donne, che in questi giorni sono stati tema centrale degli scontri in Iran. A questo proposito è doveroso ricordare anche la squadra dell’Iran, i cui giocatori si sono coraggiosamente rifiutati di cantare l’inno nazionale prima della partita in segno di protesta.
Scandura Alessia 5°A – Liceo classico Mario Rapisardi – Paternò (CT).