QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Casa mia è la canzone presentata da Ghali a Sanremo 2024, che già dal titolo prometteva di non essere un semplice tormentone sanremese.
Il brano è un dialogo con un alieno, tra l’altro sempre presente alle esibizioni durante la kermesse (e nel videoclip), che arriva sulla terra per la prima volta e si interroga su ciò che vede. Il pianeta infatti appare come un luogo bellissimo – “verde e blu” –, ma pieno di contraddizioni di diversa natura.
Ghali riflette ad esempio sul tema della tecnologia, che sempre di più rende le persone inconsapevoli e sconnesse dalla realtà («Zombie col telefono in mano»). Essere sommersi ogni giorno dalle immagini che girano in rete tende ad anestetizzare le sensazioni e a creare indifferenza, oltre ad alimentare paradossalmente gravi difficoltà comunicative
interpersonali.
Il messaggio principale della canzone però è quello di uguaglianza e di pace. Ghali chiede come si possa restare a guardare inerti, mentre il mondo si riempie di ingiustizia e sofferenza. Il riferimento fa di certo pensare a quello che l’artista ha chiamato «genocidio» sul palco del festival, una tragedia di povertà e di morti, anche tanti bambini, malati, gente inerme, che sta accadendo (invero non da ora) nei territori palestinesi e sul quale è doveroso riflettere, non restare indifferenti.
Come ha sottolineato il cantante anche nel corso del programma Domenica In, all’indomani della fine del festival, in risposta a un comunicato dai toni censori dei vertici RAI, la sua è una richiesta di fondo, una domanda di pace, di umanità e fratellanza (non si possono «bombardare gli ospedali), di vita “normale” per tutti. La presa di posizione Rai di cui si è fatta portavoce la conduttrice Mara Venier, critica nei confronti dell’espressione artistica di un pensiero sentito come non conforme alla propria linea ideologica, ha poi scatenato nei giorni successivi una serie di manifestazioni, volte a rimarcare l’importanza della libertà di parola in un paese democratico.
Il ritornello della canzone di Ghali evidenzia come non ci siano differenze tra le persone per la loro provenienza, etnia, religione; «dal cielo» infatti, come dice Rich-ciolino (l’alieno), «è uguale». La sensibilità verso temi relativi all’inclusione e alle minoranze in difficoltà è evidente cifra artistica del cantante italo-tunisino, come si evince dalla scelta dei brani presentati durante la serata del festival dedicata alle cover, Bayna, Cara Italia e Italiano vero: l’Italia, amatissima da Ghali, è per lui un luogo che accoglie.
L’ultimo brano rappresenta infatti un tributo a Toto Cutugno, il famoso cantautore, il quale diceva che «gli Italiani veri» sono i figli degli immigrati.
La partecipazione di Ghali al festival è stata quindi estremamente importante, perché ha portato consapevolezza su temi attuali con il linguaggio della musica, dei giovani, dell’esempio.
Ha risvegliato all’interno di uno spettacolo molto seguito dal pubblico televisivo sentimenti di vicinanza e umanità.
Irene Di Guardo 3^A , Istituto “Liceo Nicola Spedalieri” – Catania (CT)
[ratemypost]