QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
L’ascesa del populismo digitale
In un epoca in cui la comunicazione assume delle dimensioni istantanee, i social media hanno rivoluzionato il panorama politico, consentendo ai leader di poter interagire direttamente con il corpo elettorale senza la necessaria ed inderogabile intermediazione dei media tradizionali. Grazie all’ausilio di strumenti digitali come: targeting, hashtag e contenuti virali; queste piattaforme hanno inaugurato l’era del populismo 2.0, in cui un linguaggio semplice e diretto, intriso di pathos, è capace di plasmare dei dialoghi immediati dove commenti, reazioni, like e condivisioni diventano una parte importante della strategia comunicativa. Parallelamente nasce questa nuova era che trasforma il panorama politico nutrendosi delle capacità dei social media per creare delle vere e proprie “camere d’eco”. Queste dinamiche, ad oggi, rinnovano l’accesso all’informazione ma pongono dei dubbi sulla qualità del dibattito pubblico e sulla diffusione di disinformazione.
Dal giornalismo ai social media
Il panorama politico nel corso dei decenni ha subito un cambiamento radicale; passando dall’era del giornale cartaceo, alla televisione fino ad arrivare a quella dei social media e degli algoritmi che personalizzano l’esperienza informativa. I big data e l’elaborazione dei dati relativi agli elettori permettono ai politici di indirizzare messaggi di propaganda su misura per gruppi specifici, sollevando così rilevanti questioni etiche riguardo la privacy come successo nel 2018 con lo scandalo di Cambridge Analytica. Allo stesso modo la pubblicità politica moderna garantisce una diffusione efficace, ma sottoposta anche al rischio di manipolazione da parte dell’opinione pubblica.
Cos’è il populismo 2.0?
Il fenomeno del populismo 2.0 si fonda con l’emergere di leader che scavalcano i media tradizionali e comunicano in modo diretto con il popolo, mediante piattaforme digitali come: TikTok, Twitter, Facebook ed Instagram. Creando una comunicazione diretta ed emotiva. Esempio emblematico di tale fenomeno include la campagna elettorale di Donald Trump con l’aiuto dell’imprenditore Elon Musk che hanno saputo utilizzare le diverse piattaforme come Twitter per creare consenso, diffondere slogan come: “Make America Great Again” e mobilitare gli elettori in modo immediato e incisivo. L’intreccio tra Trump ed Elon Musk evidenzia il potere crescente delle piattaforme digitali nella formazione dell’opinione pubblica.
Il futuro della politica
L’evoluzione della comunicazione politica nell’era digitale offre ai leader degli strumenti senza precedenti per raggiungere in modo efficace il popolo. Tuttavia solleva degli interrogativi cruciali sul futuro del dibattito democratico. La sfida per i prossimi anni sarà trovare un equilibrio tra libertà e responsabilità affinché la tecnologia resti uno strumento di inclusione e non di manipolazione.
Giuseppe Grasso – 2AC IIS Concetto Marchesi – Mascalucia (CT)