Barriere Invisibili

Barriere Invisibili

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Un’Italia ancora inaccessibile 

Ogni giorno in Italia, migliaia di persone con disabilità affrontano una sfida invisibile agli occhi di molte persone: muoversi nelle città, al posto di accogliere, le respingono. Marciapiedi senza scivoli, edifici pubblici privi di ascensori, trasporti inaccessibili e altre carenze ancora, che rendono la vita di chi ha difficoltà motorie, sensoriali o cognitive un percorso ad ostacoli. 

Nonostante nella legge n.104 del 1992 si discute sull’abolizione delle barriere architettoniche. Le nostre città continuano a essere ambienti ostili per chiunque abbia una mobilità ridotta. Spesso, gli interventi vengono rimandati per mancanza di fondi o perché queste persone vengono considerate opzioni secondarie rispetto ad altre cose. Per questo motivo si ha un diritto negato e una società che esclude invece di includere. 

Il trasporto pubblico dovrebbe garantire autonomia a tutti, ma in realtà è un terno a lotto. Siccome ci sono Autobus con pedane guaste o inesistenti, stazioni ferroviarie prive di ascensori e vagoni inadatti e per questo rappresentano ostacoli. Basta provare a prendere la metropolitana in molte città italiane per rendersi conto di quanto sia difficile, se non quasi impossibile, per una persona in sedia a rotelle accedere. 

L’Unione Europea prevede teoricamente degli standard di accessibilità che i Paesi membri devono rispettare. Ma in Italia, l’applicazione di queste norme procede a rilento, e le persone con disabilità sono costrette a pianificare con estrema attenzione ogni spostamento, sperando di non incorrere in alcun problema. 

Scuole, ospedali, uffici comunali e persino alcune sedi di enti pubblici non sono accessibili a tutti. Per via di: Scale senza alternative, porte troppo strette, mancanza di bagni adeguati e moltissimi altri problemi. La legge obbliga i nuovi edifici a rispettare l’accessibilità, ma l’edilizia di oggi non lo rispetta a pieno. 

Anche nel settore privato la situazione non è migliore. Ristoranti, bar, negozi e luoghi di intrattenimento spesso non sono progettati per accogliere persone con disabilità. Questo crea un’esclusione sociale profonda, che impedisce a molte persone di vivere a pieno la propria quotidianità. 

Eliminare le barriere architettoniche non è solo una questione tecnica, ma culturale, siccome la società deve smettere di considerare l’accessibilità come favore, e iniziare a riconoscerla come un diritto fondamentale. Per questo motivo investire in infrastrutture inclusive significa migliorare la qualità della vita non solo per chi ha disabilità, ma per tutti: 

Serve un impegno concreto da parte delle istituzioni, ma anche dei singoli cittadini. Come segnalare le barriere ancora presenti e sensibilizzare chi progetta gli spazi urbani e

pretendere il rispetto delle normative. Solo in questo momento possiamo dire di vivere in un società che non lascia nessuno indietro.

 

Sergio Lo Pinto 4^D  – Istituto Convitto Nazionale Mario Cutelli – Catania

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