Attivisti per il clima: è questo il giusto modo  di protestare?

Attivisti per il clima: è questo il giusto modo di protestare?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

“ L’arte vale più della vita? Più del cibo? Più della giustizia?”

Queste sono le domande che ci pongono due attiviste di Just stop oil il 14 ottobre 2022 dopo essere entrate nella National Gallery di Londra,
aver lanciato una zuppa di pomodoro sul famoso quadro “i girasoli” di Van Gogh e incollato una mano sulla parete.

Queste sono le proteste che, già da tempo, questi attivisti contro l’uso di combustibili fossili mettono in atto per poter attirare l’attenzione sulla crisi climatica che attanaglia il nostro pianeta.

Anche in Italia dal 2021 un movimento simile ha preso piede, si fanno chiamare “Ultima generazione”. Quest’ultimi attraverso atti di disobbedienza civile estremi tra i quali: il blocco del traffico a Roma, scioperi della fame ed incursioni presso gli Uffizi di Firenze dove si sono “incollati” davanti alla Primavera di Botticelli chiedono fortemente con atti non violenti azioni urgenti e concrete contro il collasso ecoclimatico.

L’obbiettivo perseguito da questi movimenti dovrebbe essere universalmente riconosciuto ed accettato, ma c’è da chiedersi se gesti estremi come questi avvicinino le persone alla causa o distolgano completamente l’attenzione dal reale messaggio che si vuole trasmettere, aumentando in modo esponenziale il pensiero negativo popolare verso gli ambientalisti.

E’ ormai risaputo che il nostro pianeta è arrivato ad un punto di “non ritorno” ma pur essendo vero che a problemi estremi dovrebbero corrispondere azioni estreme è questa la giusta modalità per affrontare i problemi del collasso ecoclimatico?

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Istituto: Angelo Musco