Assunzione per 148 mila docenti, parola di Renzi

Era stata preannunciata una sorpresa, e sorpresa è stata. Il piano presentato dal governo Renzi è stato veramente una sorpresa: un’ottima analisi sulla situazione attuale, con dovizia di numeri sulle varie tipologie di precariato, ed un ampio e dettagliato resoconto del perché negli anni si sia arrivati ad un così imponente numero di precari.

Ad oggi vi sono poco più di 148.000 docentiche lo Stato, negli anni, si é impegnato ad assumere nella Scuola Italiana. Oggi il Governo intende mantenere questa promessa ereditata dal passato, assumendo tutti costoro. E prevedendo che la loro assunzione avvenga in un solo anno, vale a dire con l’anno scolastico 2015/16“. Non si parla più di 100.000 precari (che poteva anche intendersi cumulando i docenti agli ATA) a partire dal 2015, che avrebbe potuto significare anche che le immissioni sarebbero state scaglionate nel tempo, come di fatto abbiamo assistito negli ultimi anni. Il presidente del Consiglio, che appare in un videomessaggio sul sito Passodopopasso e che – come ormai ci ha abituato – ci ha “messo la faccia”, ha detto chiaramente che è intendimento del Governo risolvere entro il prossimo 1 settembre 2015 l’annoso problema del precariato della Scuola, assumendo tutti i docenti inseriti nelle GAE e gli idonei dell’ultimo concorso. Tutti e subito! Certo sorge qualche dubbio sulla effettiva possibilità di realizzare questo piano così ambizioso, che prevede anche la quasi contemporanea indizione di un pubblico concorso per 40.000 cattedre. Ed il ricordo delle passate promesse della creazione di un milione di nuovi posti di lavoro alimenta fortemente il dubbio. Ma una articolata riflessione mi induce ad un cauto ottimismo:

  • Come dicevo prima, è stata fatta una precisa e puntuale analisi sull’entità del precariato, il che lascia poco spazio ad eventuali alibi futuri.
  • Non sembra si possa trattare delle solite promesse elettorali, sia perché le elezioni dovrebbero essere lontane nel tempo, e quindi dopo che tutti noi avremo potuto constatare la realizzazione o meno del “piano”, sia perché il Governo si è dato dei tempi ragionevoli ma molto ravvicinati per adottare i provvedimenti necessari. Pertanto, a parte la consultazione che sta per partire – e che comunque non è impegnativa per il Governo – già nei primi mesi del prossimo anno sarà chiaro se si stanno ponendo le basi per la realizzazione di quanto promesso.
  • Non siamo di fronte alle solite velate promesse in politichese, del tipo “vedremo se ci saranno le condizioni”, “il Governo si impegnerà a trovare soluzioni…”: il Governo sta promettendo, chiaramente, senza se e senza ma, nero su bianco, che saranno assunti tutti i docenti delle GAE e gli idonei degli ultimi concorsi a cattedre. Non credo che su questo punto si possano illudere i precari della Scuola, che tanto hanno dato, tanto hanno subito, e tanto poco hanno ricevuto! Un’eventuale disillusione non potrebbe essere certo indolore non solo per gli interessati e per i partiti della maggioranza, ma anche per l’intera società italiana.
  • Anche sulle coperture finanziarie non ci dovrebbero essere grossi problemi, sia perché una parte delle nuove immissioni in ruolo sarebbero compensate dai pensionamenti del prossimo anno e dalle supplenze annuali e temporanee che non verrebbero più conferite in quanto coperte dal personale neo immesso in ruolo, sia perché la parte residua dovrebbe essere coperta con ulteriori risorse che il Premier ha dichiarato di voler investire sulla Scuola. Ed un Premier ed un Governo che si rispetti non possono fare promesse così precise e dettagliate senza avere preventivamente la certezza della copertura finanziaria. E noi siamo certi, vogliamo essere certi, abbiamo bisogno di essere certi che questo sia un governo degno di rispetto.  Anche perché condividiamo il resto dell’analisi: questo investimento non serve solo ai precari, ma la loro stabilizzazione – anche in soprannumero rispetto all’organico di fatto – migliorerebbe la continuità didattica, e darebbe alle Scuole la possibilità di organizzare attività per migliorare la qualità dell’offerta formativa, di aumentare il tempo scuola (sempre che si pensi anche all’incremento del numero dei collaboratori scolastici), di combattere più efficacemente la dispersione scolastica, di seguire e stimolare adeguatamente le eccellenze.

Beh, forse c’è davvero qualcosa di nuovo sotto il sole, … speriamo!

Al momento, e per qualche mese ancora, non ci resta che dare fiducia e restare in attesa.

In vigilante attesa.

Raffaele Zanoli