80 anni fa 1.200 studenti deportati in un campo di concentramento e oggi… oggi è domenica

80 anni fa 1.200 studenti deportati in un campo di concentramento e oggi… oggi è domenica

Sono trascorsi esattamente 80 anni.

Che non sono pochi ma, forse, neanche troppi.

Chiudiamo gli occhi ed immergiamoci per un istante in un luogo e in un’epoca lontana. Ci troviamo a Praga, il calendario recita: “28 ottobre 1939“. È la festa dell’indipendenza della repubblica Cecoslovacca e gli studenti di medicina marciano per le strade della città; mentre la manifestazione viene sedata dalle autorità naziste un colpo fende l’aria. È un proiettile, che colpirà, uccidendolo, il giovane Jan Opletal.

Il suo corteo funebre, giorno 15 novembre, si trasforma in un corteo vero e proprio.

Dalle dimensioni mastodontiche.

Vi basterà pensare che, per tutta risposta, le autorità naziste arrestarono e deportarono nei cambi di concentramento 1.200 manifestanti.

Due giorni dopo, il 17 novembre per l’appunto, 9 fra studenti e professori furono giustiziati. E il processo in tribunale? No grazie. Uccisi così, arbitrariamente.

Ecco dunque che ogni 17 novembre studenti di tutto il mondo, da 80 anni a questa parte, si riuniscono e manifestano per il diritto allo studio. Alcune di queste manifestazioni, fra l’altro, hanno anche assunto una certa rilevanza storica: per maggiori informazioni si consiglia un approfondimento sulla rivolta al Politecnico di Atene del ’73.

Certo che, 80 anni dopo, fa un po’ strano, no? A prescindere dalle proprie idee politiche è piuttosto evidente che una certa ondata estremista stia invadendo tutta Europa. Senza cercare di indagarne le cause, per le quali non basterebbe un libro, figuriamoci un articolo, forse però alla nuova generazione di studenti farebbe bene conoscere questa storia.

Che tu, caro il mio amico lettore, vada ancora a scuola o meno, poco importa: non l’hai mai fatto un corteo? Uno qualunque, anche solo per la tua squadra di calcio. Ma te lo immagini?

Prova a fare uno sforzo di empatia, di sensibilità: sei a piazza Stesicoro, chiudi gli occhi, li riapri, e sei ad Auschwitz.

E intanto… a differenza degli anni passati, quest’anno, quantomeno a Catania, niente corteo.

Come mai? Cosa sarà mai cambiato?

Ma come, davvero non te ne sei accorto?!

Guarda il calendario, che giorno è? Ma certo, è domenica!

La domenica, per chi non lo sapesse, la memoria storica di molti studenti è bloccata al casello di Giardini Naxos che cerca di andare a mare.

Certo chi vi scrive, seppur probabilmente fallendo, non vorrebbe dar fiato a sterili polemiche. Anzi, data la giornata, ci si potrebbe concedere anche una capatina in chiesa a pregare. Pregare di essere smentiti.

Chi ha fatto politica studentesca, quantomeno in tempi recenti, sa però che spesso (ma fortunatamente non sempre) i cortei sono un pendolo che oscilla fra la strumentalizzazione politica e la “calia”.

Esiste mancanza di rispetto più grave nei confronti di 1200 studenti finiti in un campo di concentramento?

Sì, certo che esiste, e dovremmo tutti avere paura di scoprirla. Di nuovo.

Fonte immagine Library.weschool.com