Vitiligine, le “imbarazzanti” macchie bianche sul corpo. Ecco di che si tratta

Vitiligine, le “imbarazzanti” macchie bianche sul corpo. Ecco di che si tratta

Il 25 giugno ricorre, come ogni anno, la Giornata Mondiale della Vitiligine. Poco conosciuta, ma sempre più frequente al giorno d’oggi, la vitiligine è una malattia della pelle che si riconosce per le macchie bianche dovute all’assenza di melanina.

La Giornata mondiale di questo anno si svolgerà in modalità online a causa dell’emergenza sanitaria, con varie iniziative anche in Italia dove si stima che ci siano 500-800mila pazienti.

Emblematico il caso della modella canadese Winnie Harlow, nera ma dalle macchie bianche, le cui passerelle hanno destato parecchio scalpore e polemiche alcuni anni fa. Ma non è la sola, in quanto altri personaggi noti ne hanno presentato e ne presentano i sintomi: da Michael Jackson alla famosa talent scout italiana Mara Maionchi.

L’attrice polacca ma naturalizzata italiana Kasia Smutniak, essendone affetta, poco più di qualche settimana fa, ha lanciato su Instagram un nuovo filtro. #Beautyligo nasce proprio per valorizzare la bellezza della diversità e per fare in modo che tutti quelli che ne sono affetti non abbiano paura e non temano di non essere accettati o guardati male.

Più che positivo il riscontro, che ha registrato in soli 4 giorni oltre 8 milioni di visualizzazioni. Andiamo a vedere di cosa si tratta con il parere della Dottoressa Licastro.

Cos’è la Vitiligine?

La Vitiligine consiste in una ipopigmentazione acquisita della cute e/o delle mucose dovuta a una perdita selettiva di melanociti e si presenta sotto forma di macchie bianche arrotondate e ben delimitate. Ha una percentuale maggiore nei neri e solitamente si presenta nell’infanzia o durante l’adolescenza. Spesso è familiare, ma l’ereditarietà non è nota“.

Quali sono le cause che portano alla malattia?

“Le cause rimangono sconosciute, ma tra le ipotesi più convincenti vi sono anomalie metaboliche, stress ossidativo, infiammazione e autoimmunità. Avviene che inizialmente i melanociti producono meno melanina.Presumibilmente durante questa fase iniziale il processo distruttivo è reversibile, il che giustifica le migliori risposte al trattamento qualora le lesioni vengano affrontate con tempestività. Successivamente i melanociti vengono distrutti. Numerose, inoltre, le malattie possono associarsi alla vitiligine fra cui i disturbi della tiroide, i piu frequenti anche nel 30% dei pazienti”.

Quai sono le zone con maggiore rischio di contagio?

Le zone più colpite sono il dorso di mani e piedi, genitali, testa, collo, ascelle e areole. Le zone interessate per prime sono spesso quelle periorifiziali. I capelli possono rimanere del loro colore, anche se il cuoio capelluto è bianco. Le caratteristiche cliniche dipendono dal tipo: localizzata,generalizzata,universale e mista. Quest’ultima risulta dalla combinazione di due o più tipi menzionati. La vitiligine è una malattia frustante,per cui spesso insorgono problemi psicologici e spesso si può   evolvere per episodi successivi inframmezzati da periodi di remissione, talvolta con ripigmentazione spontanea, oppure si può manifestare con un unico episodio che si può riosservare dopo diversi anni“.

Come si cura?

Non esistono misure di prevenzione primaria ma si raccomanda di evitare stress meccanici. È necessario proteggere dal sole le aree con pigmentazione normale, in particolare il volto, per limitare l’effetto di contrasto dopo l’esposizione solare ed evitare in maniera assoluta l’ustione solare, che può aggravare la malattia. La gestione di un paziente affetto da vitiligine richiede del tempo per una valutazione iniziale minuziosa, che servirà per le decisioni terapeutiche ed il follow- up. L’obiettivo del trattamento può essere rappresentato dall’arresto della progressione della malattia, dalla ripigmentazione della cute o dalla sua depigmentazione. Tra i trattamenti suggeriti predominano gli antinfiammatori per uso topico (corticosteroidi ed inibitori della calcineurina), la fototerapia UVB 311 nm,lampada o laser a eccimeri 308 nm e fotochemioterapia tipo PUVA), i trattamenti locali combinati con fototerapia e infine i corticosteroidi per via orale”.

Fonte – Foto: solodonna.it