La “sostenibilità” del servizio sanitario nazionale

La “sostenibilità” del servizio sanitario nazionale

In genere il dibattito sulla sostenibilità del servizio sanitario viene orientato alla ricerca di soluzioni economiche in grado di finanziare una spesa che continua a crescere, senza considerare piuttosto che è indifferibile una svolta che riguardi piuttosto un migliore uso delle risorse impegnate, senza ulteriore incremento delle stesse. Maggiori investimenti andrebbero fatti in prevenzione con interventi sistematici e strutturali su promozione della salute e prevenzione in giovani, adulti ed anziani allo scopo di realizzare il cosiddetto invecchiamento in buona salute. In Europa il tre per cento della spesa è devoluta alla prevenzione ed ai programmi di salute pubblica, mentre in Italia siamo ancora sotto l’uno per cento con ingenti risorse dedicate alla diagnosi ed alla cura.

Le malattie cardiovascolari, i tumori, le malattie respiratorie croniche, le muscolo scheletriche sono responsabili della maggioranza delle morti e della spesa sanitaria. Causa l’invecchiamento della popolazione ci saranno sempre più malati e morti per malattie cardiovascolari e tumori, principali cause di morbilità e mortalità. Il peso maggiore lo svolgono la pressione alta, il fumo, l’alcool, il colesterolo, il sovrappeso, la scarsa attività fisica. Oltre i 60 anni ciascuno presenta almeno due malattie croniche con ricoveri più frequenti, non sempre utili, ed elevati costi sanitari e sociali.

Cambiando gli attuali stili di vita si previene il quaranta percento dei tumori e l’ottanta per cento delle malattie cardiovascolari. È evidente che in questo modo ne deriverebbe un notevolissimo risparmio di risorse con miglioramento della qualità della vita. Promuovere la salute e prevenire le malattie rappresenta la vera soluzione per la sostenibilità del sevizio sanitario. Occorre, quindi, spostare l’impegno nel campo della prevenzione piuttosto che delle cure. I servizi sanitari sono in atto organizzati per curare, non per prevenire le malattie da cui deriva che è imperativo invertire la rotta implementando le strategie atte a promuovere la promozione della salute e la prevenzione delle malattie.

Spostiamo le risorse umane ed economiche dalla diagnostica e dalla cura alla prevenzione, modificando struttura ed organizzazione del sistema sanitario. I nuovi professionisti della salute dovranno essere educati ed essere in grado di educare le persone alla tutela della loro salute quale interesse preminente non solo del singolo individuo, ma della intera collettività.

Domenico Grimaldi