Le scelte “non ponderate” del decreto Lorenzin

Le scelte “non ponderate” del decreto Lorenzin

Domenico Grimaldi

Come non rammentare il grave disagio e l’allarme sociale provocato dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica del decreto ministero Sanità noto come decreto Lorenzin o decreto taglia prestazioni. Un decreto che, appena reso pubblico, come si ricorderà, ha scatenato forti proteste sia da parte dei medici che dei cittadini. Scelte non ponderate, non condivise con la professione, difficilmente applicabili, in un contesto assolutamente non preparato e frammentato, con veramente grave carenza di comunicazione, scarsa continuità della assistenza, elemento basilare per ottenere i migliori risultati di diagnosi, terapia, assistenza e riabilitazione delle persone malate.

Molte le scelte incomprensibili se non inapplicabili tanto che con lo stimolo dei medici di famiglia, l’intera professione ha contestato le scelte incomprensibili ed inattuabili tanto da chiedere al ministro la formale sospensione, visto che le Regioni, contrarie in apparenza, non avevano alcun potere di sospenderne l’applicazione. Il ministro della salute, viste le forti critiche e la fondatezza delle proteste, è intervenuto annullando temporaneamente le sanzioni previste dallo stesso decreto in caso di errate o difformi applicazioni e determinando, pur senza pronunciarla, la sospensione di fatto di quanto previsto in maniera articolata nel decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Alle Regioni e alle Province Autonome, in tal senso, è stata inviata una circolare esplicativa riguardo alle condizioni di erogabilità e di appropriatezza prescrittiva, nell’ambito del servizio sanitario nazionale. Il ministero di fatto ha ritenuto necessario fornire, con la circolare, indicazioni alle Regioni per determinare una condizione di omogenea applicazione del decreto, creando un tavolo congiunto di semplificazione che vedesse partecipe anche la professione, allo scopo di raggiungere obiettivi condivisi in Conferenza permanente Stato Regioni e Province Autonome.

Al tavolo congiunto dovrebbe essere risolto il problema del mancato adeguamento dei sistemi informatici di supporto alle prescrizioni, da cui è derivata la impossibilità di applicare sanzioni a prescrittori, non messi in condizione di operare secondo decreto, per insormontabili non previsti ostacoli oggettivi. Ne è derivata la indicazione ai medici prescrittori di riportare solo il quesito diagnostico, come sempre fatto, senza alcun obbligo di annotare i codici che erano stati previsti, non essendo necessario inoltre di aggiungere altri quesiti oltre quello principale.

Per evitare possibile nocumento, in fase transitoria e per mancata comprensione ai malati, la circolare chiarificatrice ha stabilito che per malati oncologici, pazienti affetti da malattie croniche, soggetti invalidi, non si applicano le condizioni previste di appropriatezza, nella fase di sperimentazione e monitoraggio.