La medicina generale tutela l’interesse dell’individuo, ma anche quello collettivo tanto che la organizzazione mondiale della sanità ritiene che, nell’attuale difficile situazione economica, l’unica strada da percorrere è il potenziamento delle cure primarie, unico sistema pubblico in grado di gestire le malattie croniche complesse, tanto da far definire il medico di medicina generale come medico delle complessità. L’unica soluzione secondo l’OMS è sostenere le cure primarie intervenendo senza ulteriore indugio sui meccanismi di integrazione con la medicina specialistica.
D’altra parte è utile ricordare che la medicina di famiglia è l’unica medicina integrata nel mondo reale. La persona sofferente viene nello studio del suo medico con i suoi pensieri, le sue ansie e preoccupazioni, i disturbi che manifesta, la sua storia personale, poggiando in un angolo la sua borsa della spesa quotidiana.
Il medico di famiglia, ispirato dal mondo reale, dalla vita di tutti i giorni, resta in verità l’unico interprete autentico della medicina umanizzata, della relazione umana coniugata con abilità sia tecnica che scientifica. Il medico di cure primarie, fiduciario del malato e del sistema sanitario, oggi si trova solo, lasciato isolato ad assumersi responsabilità, per carenze di altri, nell’interesse della persona ammalata.
Stiamo affrontando un cambiamento profondo per far fronte alle nuove esigenze della popolazione ed alla nuova epidemiologia. Aumentano le cronicità con un malato che ha una identità diversa da quella proposta negli studi clinici, dove tutto poggia su singole malattie,senza tenere in alcun conto la reale complessità delle persone malate, spesso con molte malattie in trattamento contemporaneo con svariati farmaci.