Perché è così difficile decidere?

Perché è così difficile decidere?

Per il nostro consueto appuntamento settimanale su NewSicilia, ho deciso di trarre spunto dalla mia esperienza professionale per affrontare insieme a voi un tema particolarmente importante nella vita di ciascuno di noi: decidere e fare delle scelte.

La ripresa a tempo pieno dell’attività di ascolto delle persone che vengono a trovarmi nel mio studio professionale mi ha messo di fronte a un dato molto interessante. L’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto negli ultimi mesi e la graduale ripresa della normalità hanno amplificato in molte persone stati d’animo e incertezze sicuramente già presenti da prima ma che sono emersi in maniera prepotente dopo il lockdown che ha costretto molti di noi a rallentare i ritmi frenetici delle nostre esistenze e a riflettere sulle nostre vite. Una tematica molto ricorrente in quest’ultimo periodo è quella dell’insoddisfazione per la propria condizione di vita e, allo stesso tempo, della difficoltà a prendere decisioni importanti che possano modificare il corso della propria esistenza. Si è insoddisfatti ma non si riesce a trovare il coraggio di fare scelte anche rischiose per provare a seguire il proprio desiderio e cambiare la propria vita. Perché?

Decidere deriva dal latino e significa “tagliar via”, “separare”, “selezionare”. Con questo termine, quindi, facciamo riferimento a un confronto tra diverse opzioni e alla selezione di una di esse con il conseguente abbandono delle altre.

Nell’ambito della psicologia, molti autori ci ricordano come il processo che ci porta a fare delle scelte non sia totalmente indipendente dall’ambiente in cui viviamo: in altre parole, le speranze, i desideri, gli stati emotivi, i tratti di personalità possono influire in modo significativo sulle nostre decisioni. Potremmo anche dire che, in realtà, le nostre decisioni non sono mai veramente nostre ma sono condizionate inevitabilmente dall’Altro con cui quotidianamente ci confrontiamo e ci relazioniamo.

Capire e quindi scegliere quello che realmente si vuole non è così semplice e qui entra in gioco quello che in psicoanalisi chiamiamo “desiderio”. Il desiderio non va confuso con i tanti desideri che ogni giorno cerchiamo di soddisfare, non ha a che fare con i tanti oggetti che accumuliamo illudendoci che possano colmare quella mancanza che ognuno di noi si porta dentro.

Desiderio deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de-, che in latino ha sempre un’accezione negativa, e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella. Desiderare significa, quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”. Il desiderio nasce dunque dal rendersi conto che ci manca qualcosa e dal ricercare appassionatamente questo qualcosa che in realtà è impossibile da trovare. La vita di ciascuno di noi è dunque una continua ricerca di ciò che ci manca e le decisioni che siamo chiamati a prendere nel corso della nostra esistenza ci mettono a confronto con l’illusione di poter finalmente raggiungere l’oggetto del nostro desiderio, ciò che possa garantirci la felicità per poi accorgerci che non è mai così.

Di fronte a una scelta importante nella nostra vita, è dunque fondamentale saperci interrogare se sia la forza del nostro desiderio a guidarci o se siano piuttosto le influenze più o meno forti dell’ambiente familiare e sociale in cui viviamo. Saper distinguere tra ciò che vogliamo e ciò che gli altri vogliono per noi ci permette di vivere la nostra esistenza e non quella che gli altri hanno scelto per noi.