Obesità infantile

Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo incremento del sovrappeso e dell’obesità in tutto il mondo. Tale fenomeno ha assunto le caratteristiche di una pandemia e coinvolge anche le fasce più giovani della popolazione. La diagnosi di sovrappeso o obesità nell’età dello sviluppo viene effettuata quando il BMI, ossia l’indice di massa corporea (calcolato con una formula che valuta il peso e l’altezza) è maggiore rispettivamente dell’85° o del 95° percentile per età e sesso. Negli Stati Uniti la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini è più che raddoppiata nell’ultimo trentennio e tra gli adolescenti addirittura quadruplicata, attestandosi al 18% tra i 6 e gli 11 anni ed al 21% tra i 12 ed i 19 anni; inoltre un terzo dei bambini ed adolescenti è in sovrappeso. Anche in Europa la prevalenza di sovrappeso ed obesità è cresciuta negli anni, e secondo i dati del “Childhood Obesity Surveillance Iniziative” (COSI) alla Grecia spetta il primato con una prevalenza di eccesso addirittura del 50%.

In Italia nel 2007 il Ministero della Salute in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità ha avviato il programma di sorveglianza “Okkio alla Salute” per studiare l’andamento del problema, individuare i fattori di rischio correlati . Gli ultimi dati relativi al 2014 mostrano una prevalenza di sovrappeso del 21% e di obesità del 9.8%, tale prevalenza è maggiore nelle Regioni del Sud e del Centro, come ha confermato anche un recente studio condotto in Sicilia tra gli 11 ed i 13 anni che ha stimato una prevalenza di sovrappeso ed obesità complessivamente del 41%, con l’obesità che in dieci anni è quasi raddoppiata arrivando al 14%.

I bambini ed adolescenti obesi sono a maggiore rischio di sviluppare malattie correlate all’eccesso di peso che in passato erano ritenute ad appannaggio quasi esclusivo dell’età adulta come il prediabete ed il diabete mellito tipo 2, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, la steatosi o la sindrome metabolica, una sindrome in cui più alterazioni metaboliche sono associate determinando un aumento del rischio cardiovascolare. In questi pazienti sono state dimostrate addirittura delle precoci alterazioni vascolari come l’aumento delle spessore della parete dei vasi arteriosi carotidei (ispessimento medio-intimale). Inoltre i piccoli pazienti sono a rischio di complicanze a lungo termine, infatti un bambino obeso ha l’80% di probabilità di rimanere obeso anche da adulto con un aumentato rischio di morbilità e mortalità.

L’eccesso di peso è dovuto da un lato ad un’alimentazione scorretta ricca di zuccheri e grassi, povera di frutta e verdura e dall’altro ad uno stile di vita sedentario con poca attività fisica. In questo meccanismo intervengono fattori genetici, ambientali e culturali. L’8% dei bambini intervistati in “Okkio alla salute” salta la prima colazione ed il 31% la fa in modo scorretto, ben il 25% dei piccoli pazienti non consuma frutta e verdura giornalmente ed il 40% circa beve quotidianamente bibite gassate o zuccherate. Un terzo dei bambini conduce uno stile di vita sedentario, svolgendo al massimo un’ora di attività fisica a settimana; ed un terzo guarda la TV o gioca al computer per più di due ore al giorno. A peggiorare il quadro c’è una scorretta percezione del problema da parte dei genitori per cui ben il 38% delle mamme dei bambini sovrappeso o obesi non ritiene che il proprio figlio abbia un eccesso ponderale.

Proprio per la gravità del fenomeno e per il suo impatto sociosanitario sono nate numerose iniziative per contrastarlo. In Italia è attivo il programma “Guadagnare salute” che mira a promuovere gli stili di vita sani con un approccio intersettoriale. Forse tali politiche di informazione e di intervento stanno cominciando a dare dei risultati, infatti gli ultimi dati di “Okkio alla Salute” sembrerebbero indicare una lieve riduzione dell’obesità infantile rispetto ai precedenti benché il fenomeno resti ancora a livelli allarmanti. Bisogna quindi continuare a promuovere le modifiche dello stile di vita, con un’alimentazione più sana e più movimento, l’unica arma ad oggi in nostro possesso.