Medici generalisti senza orgoglio ed entusiasmo

Medici generalisti senza orgoglio ed entusiasmo

Domenico Grimaldi

Diffuso è il disagio dei medici di famiglia, a prescindere dall’età. Non vi è evidenziabile differenza fra i colleghi ormai vicini al pensionamento rispetto a quelli in piena maturità professionale o ancora in fase di formazione specifica. Fra i vari sentimenti sembra predominare la sfiducia, la stanchezza, l’insicurezza, la rabbia, variamente rappresentati. Sembra quasi che l’orgoglio e l’entusiasmo siano scomparsi fra i colleghi generalisti.

Il malessere diffuso in ogni contesto non riguarda la sola medicina generale italiana, ma sembra essere crisi generale in Europa e crisi vocazionale. Di sicuro la specialistica oggi viene preferita in quanto ritenuta meno impegnativa, più remunerativa della medicina generale. Al momento pur essendo da tutti ritenuto centrale, il medico di famiglia è in crisi sul piano della soddisfazione professionale e dei risultati economici. Non può più essere messa in pratica la conoscenza e l’abilità professionale del medico di famiglia, per il cambiamento del contesto socio economico, d’altra parte è sempre più crescente il peso delle regole burocratiche da rispettare, sempre più stringenti, con emarginazione e delusione consequenziale.

Ogni insufficienza di sistema viene impropriamente attribuita al medico di famiglia, a cui si limita sempre di più sia l’autonomia prescrittiva che quella professionale. In tal senso non giocano favorevolmente il comportamento del mondo ospedaliero e dell’Università che da sempre hanno emarginato la medicina generale. Nonostante gli sforzi ed i positivi risultati della medicina generale non si è centrato ad oggi l’obiettivo di dare autonomia e valore alla professione del medico di medicina generale. Si dovrà a questo punto mettere in campo un radicale cambiamento organizzativo, migliorando efficacia ed efficienza con costi sostenibili, come solo la medicina di famiglia può fare.

La medicina specialistica iper tecnologica ha ormai superato ogni possibile sostenibilità economica con spreco di risorse se non a volte danno per la salute delle persone. Essere assistiti non è solo avere interventi sanitari che salvano la vita ma soprattutto essere presi in cura in maniera continua per le malattie croniche. Tale tipologia di assistenza può essere data solo dall’assistenza primaria, laddove vive la gente infatti iniziano le malattie ed i disagi della società.