Le malattie croniche rappresentano il principale bisogno sanitario della popolazione. Prendersi cura dei malati anziani, affetti da patologie croniche significa praticare una gestione condivisa fra cure primarie e specialisti trattandosi di malati complessi e fragili. Il setting delle cure primarie rappresenta la sede più adatta per assistere queste persone ma si deve procedere verso un nuovo assetto delle cure territoriali che non può prescindere dalla continuità dell’assistenza nel malato cronico. Si dovranno indirizzare gli interventi verso le reali necessità di una popolazione che invecchia con un numero sempre più elevato di malattie croniche che alla fine determinano nell’anziano diversi gradi di disabilità.
Non giova, inoltre, la insufficiente comunicazione fra ospedale e territorio da cui deriva ulteriore criticità nella gestione dei malati con scarsa propensione del sistema a farsene carico, non stabilizzandoli e quindi con frequente progressione delle malattie e complicanze con disabilità di vario grado e tipologia. È del tutto evidente che agli anziani con malattie croniche va garantita la presa in carico a lungo termine attraverso una gestione integrata, assicurando in tal modo una migliore qualità di vita, al loro domicilio. Elemento basilare in tal senso è la continuità dell’assistenza a malati fragili, complessi, che presentano variabili livelli di disabilità e complessità evolutiva fino alla loro fase terminale.
La mancata continuità delle cure negli anziani affetti da malattie croniche determina un danno alle loro già precarie condizioni di salute, in particolare per quelli che richiedono una sorveglianza attiva. In queste condizioni l’uso della tecnologia è importante nel determinare le migliori condizioni di assistenza domiciliare, idonea a ridurre i ricoveri ripetuti in ospedale, garantendo le migliori condizioni di salute .
L’anziano con poli patologie ha un grande rischio di avere un esito negativo, con continue ospedalizzazioni che lo destabilizzano ed aumento del rischio disabilità e non autosufficienza, accompagnata a peggiore qualità di vita, con elevato rischio di mortalità. Lo scenario di cura in sanità pubblica è mutato tanto da dovere definire nuovi processi di assistenza utili ad arginare l’epidemia cronicità.
La digitalizzazione in sanità consente di raccogliere ed utilizzare i dati necessari per riconoscere e risolvere le problematiche dei malati cronici, trovando per ciascuno di loro la soluzione personalizzata. In tal senso un aspetto rilevante dell’uso della moderna tecnologia è dato dalla possibilità di effettuare la telemedicina e con essa il tele consulto, il tele monitoraggio, la tele riabilitazione, la tele assistenza, idonei a portare assistenza medica e sanitaria al domicilio delle persone malate.
Per l’allungamento della vita media ed il crescente aumento degli anziani la maggior parte delle attività sanitarie dovranno essere svolte nel territorio piuttosto che in ospedale. La riorganizzazione della assistenza nel territorio trova il suo fulcro nella tecnologia digitale e nell’I C T. Le iniziative di digitalizzazione sanitaria dovranno essere collegate anche agli aspetti sociali oltre che sanitari. Lo scopo è intercettare al domicilio le fasi di instabilità delle malattie croniche, controllando e monitorando in tele assistenza e tele monitoraggio, allo scopo di migliorare la qualità di vita, evitando ricoveri ospedalieri e risparmiando risorse attraverso le cure domiciliari.