L’iperstimolazione ovarica

L’iperstimolazione ovarica

La sindrome da iperstimolazione ovarica (ovarian hyperstimulation syndrome, OHSS), è caratterizzata da un ampio spettro di manifestazioni cliniche e di laboratorio causate dalla somministrazione esogena di sostanze utilizzate per la semplice induzione dell’ovulazione o, nei programmi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), per l’induzione della crescita follicolare multipla.

I farmaci induttori della crescita follicolare e dell’ovulazione sono utilizzati in due gruppi diversi di pazienti e con diversi scopi; un primo gruppo è rappresentato da donne anovulatorie o oligo-ovulatorie, per correggere la sterilità endocrina, con lo scopo di far maturare il minor numero di follicoli. Un secondo gruppo è quello di donne solitamente normo-ovulatorie candidate a PMA. In questo caso, in realtà, un certo grado di iperstimolazione ovarica è lo scopo della procedura e si verifica in tutte le donne che rispondono alla terapia, detta per altro “COH”, ossia “controlled ovarian hyperstimulation”; ne consegue che, in questo gruppo la vera complicanza è considerata la forma medio-severa della OHSS. Il rischio deve essere il più possibile contenuto, perché si agisce su donne sane, per lo più normoovulatorie, utilizzando un trattamento di importanza non vitale che può avere un esito, sebbene raramente, letale.

La OHSS è caratterizzata fondamentalmente da aumento volumetrico delle ovaie con formazione nel loro contesto di multiple cisti e da fuoriuscita di liquidi ricchi di proteine dal compartimento vascolare con spostamento verso il “terzo spazio”. Ne conseguono ipovolemia, iponchia ed emoconcentrazione.

L’eziopatogenesi della sindrome è sconosciuta ancora oggi.

È il risultato della massiva luteinizzazione follicolare per cui l’evento cruciale è la somministrazione esogena di hCG (ma è stata descritta anche la sua insorgenza per picchi endogeni di LH) o la comparsa di hCG endogeno per l’instaurarsi di una gravidanza; le forme insorte per l’hCG endogeno si aggravano con l’evoluzione della gravidanza.

Si distinguono due forme di OHSS: una ad inizio precoce che si verifica 3-7 giorni dopo la somministrazione di hCG ed è correlata all’intensità della risposta ovarica precedente alla terapia; una seconda forma, ad inizio tardivo, si verifica 12-17 giorni dopo la dose ovulatoria dell’hCG ed è frequentemente associata a gravidanze multiple. L’evento cruciale è, pertanto, l’ovulazione.

La responsabilità della realizzazione della sindrome sarebbe ascrivibile ad un ipotetico fattore prodotto dai corpi lutei, che sarebbe responsabile dell’evento cardine della sindrome, cioè dell’aumento della permeabilità capillare e della neoangiogenesi con massivo passaggio di liquidi dal compartimento intravascolare al terzo spazio (cavità sierose). La perdita di albumina con iponchia conseguente, peggiora la perdita di liquidi dal compartimento intravascolare con peggioramento dell’ipovolemia, che danneggia la circolazione, pregiudica la funzione renale e causa iperaldosteronismo secondario (riassorbimento di Na e H2O e peggioramento dell’accumulo nel terzo spazio).

Trattamento della OHSS. Bisogna sottolineare che l’ approccio terapeutico è empirico, basato soprattutto sul trattamento dei segni e sintomi, non conoscendosi ancora le cause. Non esiste, pertanto, un orientamento comune e le scelte di ogni Centro possono anche risultare contrastanti.

Bisogna ricordare che esistono pazienti che nonostante parametri rassicuranti (n° di follicoli e livelli di E2 sotto i limiti ritenuti accettabili) possono manifestare ugualmente una OHSS, come pazienti in cui ci si aspetterebbe lo sviluppo della sindrome in base ai parametri in atto utilizzabili e che, invece, non la sviluppano, e pazienti che, a parità di parametri valutabili, hanno evoluzioni differenti.

Tuttavia, l’attenta valutazione di ogni singola paziente e la messa in atto delle misure oggi disponibili, possono ridurre notevolmente l’incidenza della sindrome e/o la sua severità.