L’importanza di una corretta comunicazione per un’adeguata terapia

L’importanza di una corretta comunicazione per un’adeguata terapia

Domenico Grimaldi

Ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono 17 milioni di persone. Se da una parte la scienza progredisce, possiamo comunque affermare che la sfida più grande è la non aderenza alla terapia, il malato non assume il farmaco per il tempo raccomandato e alla dose prescritta.

Non aderire significa aumentare il rischio di complicanze fino ad avere il decesso. La mancata aderenza alla giusta cura significa in ogni caso aumentare il rischio di complicanze e la mortalità cardiovascolare.

Naturalmente giungere ad un cambiamento comportamentale richiede la comprensione dei fattori chiave su cui si basano determinati comportamenti con la adozione di tecniche adeguate per aiutare il malato ad aderire alla cura. Secondo alcuni i fattori principali di mancata aderenza, derivano dal fatto che le persone hanno informazioni insufficienti o dimenticano semplicemente di assumere il farmaco. Le capacità, le opportunità e la motivazione del singolo influenzano la sua aderenza e la sua autonomia gestionale. Si tratta di fattori variabili, da uomo a uomo, nel corso del tempo.

Vi è prova che hanno un ruolo determinante la convinzione e la motivazione alle cure per cui gli interventi su questi due fattori sono determinanti. Identificare e rispondere alle motivazioni della mancata aderenza rappresenta un esercizio complesso. Si tratta cioè di percepire il cambiamento comportamentale, possibile solo se si fa uno sforzo unitario per capire veramente le persone ammalate. La nostra azione principale è agire modellando il comportamento di queste ultime, affrontando le sfide del mondo reale nei malati di malattie cardiovascolari.

Nel ricordare che sono la prima causa di morte, in Italia 1/3 degli adulti e la metà degli ultra sessantacinquenni, richiedono farmaci per prevenire il rischio cardiovascolare. In verità il trattamento farmacologico viene difficilmente eseguito in maniera appropriata. Solo una metà dei soggetti ipertesi riceve un trattamento adeguato, tuttavia l’aderenza alla terapia è variabile anche in relazione al tipo di farmaco che i malati ricevono. Le dosi assegnate dal medico non sono tuttavia rispettate e l’uso discontinuo non riduce adeguatamente il rischio cardiovascolare, per cui la prevenzione è inefficace.



I farmaci rappresentano l’intervento più importante nella prevenzione della morte e della morbilità cardiovascolare fino ad arrivare a dimezzare la morte per cardiopatia ischemica.

Aumentare la aderenza alla cura pur determinando aumento dei costi per farmaci, riveste un ruolo determinante sul miglioramento dello stato di salute, riducendo infine i costi sanitari complessivi. La tipologia dei farmaci può influire sulla aderenza, tanto più lunga è la cura, tanto più difficile è la aderenza. Per favorire quest’ultima è necessario semplificare gli schemi terapeutici, ed il numero delle prescrizioni nonchè delle somministrazioni. Occorre stare attenti alla Inerzia del medico nonchè alla scarsa comunicazione dello stesso con il malato.

Il rapporto di fiducia è un fattore critico. La mancata o incompleta adesione alla cura può dipendere da fattori legati al malato, al medico, all’ambiente ed al contesto sociale. Possono esistere delle importanti remore culturali sui farmaci e su gli eventi avversi, come una scarsa conoscenza delle malattie e della loro evoluzione, delle poli terapie e co morbilità. L’uso di più farmaci in un unica pillola ha dimostrato di favorire una maggiore aderenza, con poli pillola la aderenza sale infatti all’85percento, mentre stabilire un buon rapporto col malato la migliora ancora del 19 percento circa. L’aspetto economico della non aderenza alla cura è rilevante per le malattie cardiovascolari data la elevata prevalenza nella popolazione.

Le malattie cardiovascolari sono la principale voce di spesa anche per i farmaci, si dovranno diminuire i costi senza diminuire la qualità delle cure ed il livello di salute della popolazione.

Il presupposto è la aderenza alla cura, bisogna educare le persone al buon uso del farmaco per ridurre così la spesa globale. Misurare solo la quantità di farmaci prescritti porta a valutazioni errate in eccesso o in difetto di consumi e costi con interventi correttivi quantitativi, senza alcuna valutazione clinica degli esiti. Si devono valutare le aree di sovrautilizzo, ma anche quelle di sottoutilizzo perché solo così si potrà avere una riallocazione delle risorse con migliore risultato in termine clinico.