L’emergenza malattie croniche

Il piano nazionale delle cronicità disciplina le modalità di assistenza nel malato cronico trasferendo il baricentro assistenziale dall’ospedale al territorio, con armonizzazione di tutte le attività. L’ospedale per l’alta specializzazione, l’assistenza primaria con il m.m.g. e lo specialista nel territorio, la continuità assistenziale per supportare il malato cronico in ogni fase, anche attraverso il potenziamento delle cure domiciliari, riducendo i ricoveri ospedalieri.

Si deve innovare per raggiungere gli obiettivi utilizzando la moderna tecnologia assistenziale e mediante piani di cura personalizzati con strategie atte a migliorare la tutela delle persone affette da malattie croniche, riducendo in tal modo il peso sull’individuo, sulla famiglia e sulla società.

Il malato deve essere posto al centro con attenzione ai suoi personali fattori di rischio che devono essere attentamente controllati, non come oggi incontrollati tanto da rendere van la prevenzione dei danni derivati fino alla disabilità ed alla morte.

Non si può non sottolineare ancora una volta l’importanza della prevenzione primaria e secondaria contribuendo in tal modo al miglioramento della qualità della vita dei malati affetti da patologie croniche concomitanti.

Si dovrà assicurare quindi uniformità ed equità di accesso ai servizi sanitari armonizzando le attività di assistenza ed individuando una strategia nazionale che sia comune e centrata sulle persone. Cruciale per la tutela di malati cronici sarà la protezione individuale anche tramite le vaccinazioni per quei soggetti appartenenti a categorie a rischio. Con il piano nazionale sulle malattie croniche la medicina generale passa dall’attesa alla iniziativa puntando ad un sistema di cure integrate con una presa in carico globale del malato.

Semplificare la burocrazia ed assicurare un equo accesso alle cure con uso di tecnologia che assicuri una migliore gestione delle condizioni morbose in cronicità. La gestione di tali condizioni è necessariamente integrata,multidisciplinare.

Impedire ancora oggi al medico di famiglia per le comuni malattie croniche la prescrizione diretta di farmaci innovativi, già in uso e più efficaci e sicuri, riservandola solo agli specialisti per motivi economici rappresenta un gravissimo danno ai malati cronici.

La mancanza di comunicazione fra gli attori del sistema con carente se non assente integrazione associata a scarsa presenza di reti strutturate di assistenza rappresenta oggi un grave vulnus nella assistenza ai malati cronici.

La telemedicina potrebbe consentire una migliore assistenza, diagnosi e cura nel territorio con garanzia di effettiva multidisciplinarietà trattandosi di un valido strumento per i pdta e consentendo di evitare errori,migliorando l’aderenza alle cure.

Manca in pratica chi si occupa del malato in maniera coordinata con difforme situazione nelle varie regioni italiane dove sul tema prevenzione ed equità nell’accesso alle cure per il malato cronico vi sono notevoli differenze non accettabili sul piano democratico.

L’accesso alle cure non è infatti equamente distribuito causa il frequente mancato collegamento ospedale territorio e la scarsa presenza di funzionanti reti di assistenza. Mi pare poter affermare sia venuto il tempo di ragionare concretamente sulle cose da fare.

Noi ci siamo e voi?