La consultazione in Medicina Generale, una relazione tra medico e malato che si rafforza nel tempo

La consultazione in Medicina Generale, una relazione tra medico e malato che si rafforza nel tempo

La consultazione del medico di medicina generale è un incontro che avviene nell’ambito di un processo di cura che si svolge nel tempo. Saper condurre una buona consultazione risulta essere una abilità che si può apprendere. Il medico di famiglia ha obiettivi di ampio respiro e tende ad avere col malato una relazione fiduciaria che si sviluppa e consolida nel tempo permettendogli di intervenire sia in caso di malattie gravi, che tutte le volte che il malato lo richiede anche per motivi non legati a condizioni di malattia.

Obiettivo strategico è quello di costruire la fiducia cui accedere poi nei momenti critici. La consultazione rappresenta la cornice entro cui avviene il singolo incontro medico-paziente, mentre la cura e la relazione si sviluppano nel tempo fra un incontro ed un’altro. La consultazione ha le sue regole ed i suoi tempi anche se non rappresenta l’unica modalità di contatto fra medico e malato, in quanto esiste la possibilità di contatto al letto del malato durante una visita domiciliare e il contatto telefonico. Rappresenta inoltre il supporto al problem solving che rappresenta una attività centrale per il medico di medicina generale.

Il malato cerca l’incontro per risolvere un problema,il medico deve trovare una soluzione. Si può affermare che il medico navighi nella consultazione con un percorso che ha una strutturazione a rete, vincolato da obiettivi tattici e strategici, obblighi deontologici ed etici, da organizzazione dell’ambulatorio. Man mano che la consultazione si dipana risulta evidente che tutte le azioni precedenti hanno effetto sulle successive, muovendosi come in un labirinto dove si esplorano nuove vie di uscita, in via scientifica o intuitiva, insieme al malato, condividendo angosce ed esaltazioni, paura e trionfo, a volte su posizioni differenti, altre in piena armonia.

Consultazione come progetto, come teatro di negoziazione, momento di incontro in un processo più ampio. Il medico ed il paziente possono essere visti come due persone con interessi,obiettivi e bisogni non sempre complementari,che comunque negoziano, durante una consultazione difficile da valutare che non può essere considerata un indicatore valido della qualità della cura, se non è legato al contesto storico ed alle strategie che il medico ha messo in atto per quel malato in quel contesto di popolazione. Vi sono delle esigenze tattiche interne con necessità di considerare il percorso relazionale ed i precedenti contatti fra medico e paziente.

L’esercizio della medicina generale è una attività a centralità relazionale con decisioni  che avvengono alla presenza del paziente ,influenzate da fattori complessi ed imprevedibili,da studiare all’interno dell’incontro. Decidere in condizioni di incertezza. La difficoltà del lavoro del medico di famiglia è evidente. Si tratta di una professione che si apprende sul campo sperimentando la incongruenza fra quanto si è appreso e quanto invece è necessario sapere e saper fare nella pratica di tutti giorni. I soggetti che consultano la medicina generale sono diversi da quelli inseriti negli studi clinici, inoltre il contesto di dove si lavora è ben diverso dalla corsia di ospedale, cui afferiscono malati già selezionati dal m.m.g. Una caratteristica fondamentale con cui si deve convivere è l‘incertezza.

Una difficile convivenza da accettare,ma anche da fronteggiare,dota dosi di strumenti idonei ,originali,tipici del contesto in cui si opera. Si tratta infatti di un ambito clinico in cui si è a contatto continuamente con l’incertezza ed il disagio decisionale, per la peculiarità di un lavoro dove le decisioni sono eventi negoziali che ricongiungono la oggettività della malattia con la infermità, quindi con la componente soggettiva. Vi è di conseguenza incertezza su parecchi fronti, senza considerare che il m.m.g. non ha un accesso semplice ed immediato ad esami e strumenti diagnostici di corrente utilizzo clinico, senza considerare che molte malattie vengono spesso osservate in stadio molto precoce,quindi difficili da sospettare e da diagnosticare.

È inoltre possibile che coesistono sintomi e problemi con quadri clinici sovrapposti, di incerta definizione,senza scordare che sintomi identici possono avere cause diverse. In certi casi è incerta la necessità di porre una precisa diagnosi,per cui si dovrà in alcuni casi decidere di volta in volta. La auto risoluzione dei disturbi accusati spesso non può essere prevista a priori. L’incertezza in medicina generale è anche causata dall’evoluzione delle conoscenze con rapidità ed ampiezza. Si deve anche tenere conto dei vincoli derivati dal rapporto professionale col paziente, diverso in m.g. da quello dell’ospedale e della specialistica. Ecco perché il medico di medicina generale è consapevole della possibilità di sbagliare, tanto da saper vivere nell’incertezza mettendo a punto strategie per gestirla.

Domenico-Grimaldi