I “costi” dell’obesità

L’obesità nel mondo oggi rappresenta una epidemia, 1.9 miliardi di persone sono sovrappeso e 600 milioni sono obese. Negli Stati Uniti i dati più aggiornati mostrano che il 68,5 % della popolazione ha un eccesso ponderale e di questi più di un terzo è già obeso. In Italia il 43% della popolazione è sovrappeso ed il 26% è obeso. L’obesità è più frequente nella fascia della popolazione compresa tra i 40 ed i 59 anni.

La situazione è allarmante in quanto l’obesità è causa di numerose complicanze, peggiora la qualità della vita del paziente ed addirittura determina una riduzione dell’aspettativa di vita. Vi è un’altro aspetto da considerare ed è quello legato all’aumento della spesa sanitaria correlata all’obesità. Infatti le malattie obesità-correlate costituiscono buona parte del carico sanitario del mondo occidentale. Quando si parla di costi bisogna pensare a quelli diretti, cioè sanitari, che ammontano a circa 23 miliardi di euro l’anno e di questi 11 miliardi sono sostenuti dal SSN (ospedalizzazioni 60%, diagnosi 10%, farmaci e visite 15%) ed ai costi indiretti dovuti alla riduzione di produttività lavorativa, alle assenze dal lavoro, ai sussidi pensionistici, questi costi ammonterebbero addirittura a 65 milioni di euro l’anno.

Negli Stati Uniti i costi dei servizi sanitari e farmaceutici sono più alti negli obesi rispetto ai costi sostenuti per i soggetti normopeso. Questo accade anche nel nostro Paese, infatti se si analizza la spesa annuale per farmaci, accertamenti e visite specialistiche si passa dai 400 euro del paziente normopeso ai 650 euro del paziente con obesità grave. La spesa sale con l’aumento del BMI ma anche con l’aumento dell’età del paziente obeso, con un picco tra i 66 e gli 85 anni. Ed ancora se prendiamo in considerazione i pazienti obesi con le comorbilità più frequenti ci accorgiamo che mediamente per il paziente con diabete mellito si spendono tra 1.000-3.900 euro l’anno, per il paziente con comorbilità polmonari si arriva fino ai 6.500 euro l’anno.

È fondamentale valutare l’aspetto economico perchè il progressivo aumento di questa patologia può causare negli anni futuri una insostenibilità della spesa sanitaria. Molti paesi hanno avviato programmi di sorveglianza per studiare l’andamento dell’eccesso di peso nella popolazione. In Italia esistono vari programmi di sorveglianza, ad esempio “Okkio alla Salute” che studia nei bambini e negli adolescenti il fenomeno del sovrappeso e dell’obesità; il programma “PASSI” (progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) rivolto alla popolazione tra i 18 ed i 64 anni o “PASSI d’argento” rivolto agli over 65, che hanno l’obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta italiana. La raccolta e l’analisi dei dati serve a programmare campagne di informazione e di intervento in modo mirato. Questo è quello che accade con il programma “Guadagnare salute” che promuove azioni orientate a cambiare le condizioni sociali, ambientali ed economiche in modo da ridurne l’impatto sulla salute pubblica ed individuale.

Anche negli Stati Uniti il problema è molto sentito, oggi la Casa Bianca supporta il programma “Let’s Move” con l’obiettivo di diffondere una cultura del “sano vivere” per fermare l’epidemia di obesità. Gli ultimi dati degli U.S., sulla prevalenza dell’obesità infantile nei bambini sotto i 5 anni in riduzione e quelli sulla prevalenza dell’obesità negli adulti che sembra stabile dal 2003 ad oggi, forse indicano che la strada intrapresa per contrastare il fenomeno è quella giusta.

Con la collaborazione della dott.ssa Paola Rossetti