Diamo il giusto peso al peso giusto…

Diamo il giusto peso al peso giusto…

Nel corso degli ultimi anni la comunità scientifica internazionale ha rivolto particolare attenzione ai problemi legati al peso corporeo ed in particolar modo all’obesità. Ciò è motivato dal fatto che numerosissimi studi hanno evidenziato l’obesità come fattore di rischio per molteplici patologie; l’individuo obeso ha un rischio tre volte maggiore di contrarre, rispetto al soggetto normopeso, patologie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, infarto del miocardio) e metaboliche (dislipidemie, diabete mellito, iperuricemia); inoltre l’obesità rappresenta un fattore di rischio per patologie osteoarticolari, respiratorie, ed epatiche. Anche alcune neoplasie quali il cancro della mammella e del grosso intestino sono maggiormente associate alla condizione di obesità, sia per il ruolo che il grasso riveste come fattore flogistico predisponente alla trasformazione tumorale, sia per l’aumento di ormoni, primo tra tutti l’insulina, noto fattore di crescita cellulare.

Anche la sfera sessuale è interessata dal fenomeno obesità con alterazioni del ciclo mestruale e ridotta fertilità sia maschile che femminile.

Ma quando dobbiamo considerare il peso superiore al range di normalità? La formula universalmente accettata è quella dell’Indice di massa corporea (IMC) o Body Mass Index (BMI) che si ottiene dal peso espresso in Kg diviso l’altezza espressa in metri al quadrato. Quando l’IMC ricade tra 18 e 25 il soggetto è considerato normopeso; al di sotto di 18 si parla di magrezza e al di sopra di 25, attraverso una serie di livelli si parla di sovrappeso fino a giungere alle gravi obesità morbigene con IMC superiore a 35. Questa formula però ha un limite intrinseco, in quanto non tiene conto della reale composizione corporea. Il nostro corpo, infatti, è costituito da tre principali componenti: l’acqua che rappresenta il principale costituente, la massa magra (scheletro, muscolo ed organi) e la massa grassa. Proprio quest’ultima rappresenta il vero fattore di rischio per tutte le patologie precedentemente elencate, specie quando il grasso è localizzato a livello addominale. Risulta quindi di particolare importanza poter misurare il peso di questa componente; esistono diverse metodiche; la più utilizzata, affidabile se correttamente eseguita e semplice nell’esecuzione, è l’impedenza bioelettrica (BIA). Si esegue applicando degli elettrodi alle estremità, mani e piedi, del paziente e facendo attraversare il corpo da un flusso di corrente impercettibile. Si basa sul dato fisico che l’acqua è un buon conduttore di corrente elettrica, mentre il grasso è un isolante quasi perfetto. Poichè la Massa Magra corporea è costituita prevalentemente da acqua, determinando il contenuto di acqua dell’organismo, è possibile risalire facilmente al contenuto in massa magra, e quindi al contenuto di Massa Grassa (FAT).

La conoscenza esatta della massa grassa permette al medico, durante l’esecuzione di una dieta ipocalorica, di capire se la perdita di peso è realmente dovuta a riduzione del grasso e non ad una semplice disidratazione o perdita di massa muscolare. Una corretta prescrizione dietetica si basa anche sulla conoscenza del fabbisogno calorico del paziente: attraverso un esame (Calorimetria Indiretta) che misura il consumo di ossigeno si può prescrivere la dieta più efficace sia in termini di calorie che in termini dei diversi substrati energetici consumati.

Salvatore-Mazzarino