Chiarimento sulle visite fiscali

Chiarimento sulle visite fiscali

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Nino Rizzo

Ho 45 anni, sono impiegato in una azienda privata e soffro purtroppo di sindrome ansioso-depressiva da circa 3 anni. Periodicamente ho bisogno di assentarmi dal lavoro per motivi di salute legati appunto a questa patologia. Il mio psichiatra sostiene che con questo tipo di diagnosi, supportata dalla sua certificazione specialistica, sono esentato dall’obbligo di stare a casa nelle fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali; il mio medico di famiglia dice che non è affatto così. Chi ha ragione? (c.m.)

Sicuramente ha ragione il suo medico di famiglia. Le condizioni per l’esclusione dall’obbligo della reperibilità negli orari previsti per le visite fiscali sono normate in maniera precisa e solo ad esse bisogna fare riferimento. Va fatta intanto una importante distinzione tra dipendenti pubblici e privati. Per i dipendenti pubblici tale esenzione può avvenire solo nelle seguenti cause: patologie gravi che richiedano terapie salvavita, infortuni sul lavoro, malattie professionali per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio, stati patologici connessi ad invalidità riconosciuta superiore al 67%, quando sia già stata effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato. Per tutte queste condizioni è fondamentale però che l’amministrazione sia in possesso della documentazione formale sanitaria che certifichi la patologia che causa l’esclusione del suddetto obbligo. Per i dipendenti privati invece tale esenzione si ha quando la malattia sia connessa a: patologie gravi che richiedano terapie salvavita, stati patologici connessi ad invalidità riconosciuta in misura superiore al 67%. Anche in questo caso l’idonea documentazione sanitaria va presentata al datore di lavoro per avere diritto a tale esenzione.

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