Autovelox per i medici

Autovelox per i medici

Amato foto completa

In un momento particolare di poche risorse economiche e di tagli alla sanità, anche se qualcuno parla di risparmi ed investimenti, si pensa di recuperare somme mettendo delle multe ai medici, finora, e domani per i cittadini se disubbidiscono alle nuove norme, o ci si ribella quando si chiede una cura che oggi lo Stato senza soldi non può assicurare. In pratica è la stessa operazione che fanno i comuni quando mettono un autovelox in autostrada con il limite di 50 km, in modo che si possono procurare un po’ di soldi con le multe. Il paragone che potrebbe far ridere in realtà è molto pertinente!

In questa sede si riporta una riflessione posta dall’Ordine dei Medici di Palermo e dalla FIMMG regionale, che fa seguito ad un dibattito sul forum di Doctor News. Purtroppo in questo Paese non si entra nel merito delle cose e tutti ci girano attorno. L’argomento su cui si deve discutere prima di tutto è l’errore medico e la colpa grave, argomento su cui ancora il parlamento non vuole discutere, forse perché poco populistico, mentre si parla di medicina difensiva. Se dobbiamo continuare con la metafora calcistica che usa il prof. Cavicchi, allora diciamo che perché un calciatore possa fare bene il suo mestiere occorrono i fondamentali. E nel mestiere dei medici i fondamentali sono operare con scienza e coscienza senza essere turbati da fatti esterni alla professione.

Il primo dei fatti che turbano tutti i medici è il fatto che l’ERRORE in sanità è materia penale. Un discorso è la negligenza e l’imperizia che certamente non vanno depenalizzate, ma nei Paesi civili e moderni (cari al prof. Cavicchi?) l’Errore è depenalizzato. Se ciò avvenisse, se ne parla da tempo e sono presenti proposte di legge in Parlamento, cambierebbe di molto il paradigma con cui esercitare la professione medica. Ormai è notorio che su dieci cause legali attivate nove si concludono con l’assoluzione dei medici, ma allo stato delle cose molti avvocati ovviamente faranno precedere l’azione penale a quella civile che troverebbe linfa e forza da un’eventuale condanna in sede penale. Sempre in quei Paesi moderni (cari al prof. Cavicchi?) dell’Errore se ne fa materia di formazione e i medici sono avvezzi a pubblicare i loro errori o quasi errori e gli Stati a tenere delle banche dati sugli errori. È ampiamente dimostrato che dalla formazione sugli errori si ottiene il massimo cambiamento e miglioramento professionale.

Altra questione sono le modalità con cui il Giudice nomina il CTU. La nomina è fiduciaria e tale deve rimanere. Ma mi chiedo e chiedo se è concepibile che il Giudice possa “pescare” il suo consulente da tutto il pool dei medici iscritti agli ordini professionali, anche uno che si è abilitato e iscritto all’Ordine il giorno prima. E nel caso che ciò avvenga, come avviene, mi chiedo e chiedo quale è il grado di indipendenza che ha il giovane collega nei confronti del Giudice che l’ha nominato. Ritengo invece che si dovrebbero nominare consulenti esperti con curricula adeguati, componenti di un elenco al quale si accede con criteri certi e trasparenti all’interno dei quali il giudice sceglie in termini fiduciari.

Allora prof. Cavicchi non pensa che è fondamentale e prioritario cambiare il paradigma con cui i medici, se introdotte queste due riforme, approccerebbero la professione nell’esclusivo interesse dei pazienti e della comunità in cui operano? Non occorre essere dei veggenti per vedere all’orizzonte che l’introduzione di questi due “fondamentali” da soli abbasserebbero di molto la medicina difensiva che costa tanto. Invece la soluzione all’italiana è la solita via breve da PS, dare una bacchettata a chi si lascia bruciare il cerino in mano, all’ultimo della filiera e non operare per creare il terreno favorevole affinché autonomia e responsabilità diventino il punto di riferimento di chi si occupa della salute dei suoi simili. Ovviamente potrei argomentare su tanto altro.

Governo clinico o tagli lineari? Tagli lineari alla fine del processo con corsa verso il politico di turno che ti dovrà tutelare, o analisi dei processi e dei flussi con indicatori in grado di correggere in corso d’opera le criticità? Organizzazione ancora verticale o un mix di organizzazione a rete orizzontale senza duplicazioni o vuoti assistenziali e con nodi a matrice per decisioni complesse? Linguaggio comune e cittadino al centro o autoreferenzialità con divisione? Mi fermo qui disponibile anche ad un pubblico confronto.

Con la collaborazione di Luigi Galvano consigliere Ordine dei medici di Palermo e segretario regionale FIMMG Sicilia