Allarme morbillo in Serbia: 13 vittime, tra i quali una bimba di 2 anni. In allerta medici e viaggiatori

Allarme morbillo in Serbia: 13 vittime, tra i quali una bimba di 2 anni. In allerta medici e viaggiatori

C’è apprensione in Serbia per il rischio di una rapida diffusione del morbillo, che  da alcuni giorni ha colpito il Paese con un’epidemia endemica, che è già costata la vita a 13 persone. Sono già  4000 i contagiati e nelle prossime ore, come sottolineato dalle autorità  locali, il bilancio delle vittime potrebbe aumentare. L’aumento repentino dei casi di morbillo ha messo cittadini e autorità in allarme: anche l’Organizzazione mondiale della sanità sta contribuendo a monitorare attentamente la situazione.

Secondo quanto riportato dai media nazionali, l’ultima vittima sarebbe una bimba di due anni, Nada. Per due mesi, la bambina avrebbe lottato contro il morbillo, invano. La piccola è morta lo scorso mercoledì in un ospedale di Belgrado. Ad ogni modo, è stato precisato che Nadia sarebbe stata ricoverata in ospedale solo a causa di una malattia autoimmune, di cui aveva sofferto sin dalla nascita.

I genitori spiegano che la malattia della bambina non li ha influenzati molto. Tuttavia, durante il ricovero in ospedale, la bambina sarebbe venuta in contatto con un ragazzo con il morbillo (ancora non diagnosticato al tempo del contatto con la piccola Nadia), senza che i medici o i genitori lo sapessero.

Il quotidiano croato “24sata” riferisce che il morbillo si sarebbe diffuso anche tra i membri del governo serbo e alcuni politici sarebbero attualmente affetti dalla malattia.

Il morbillo è una malattia infettiva altamente contagiosa e a esserne colpiti sono soprattutto i bambini. Lo “Sportello dei diritti”, che si occupa anche di tutela della salute dei cittadini, ha deciso di portare all’attenzione del pubblico l’allerta relativa alla Serbia, utile soprattutto per chi viaggia al fine evitare il contagio da malattie o virus trasmissibili. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello Diritti”, rivela l’obiettivo della diffusione dell’allarme affermando che,“poiché i viaggi verso tale destinazione sono frequenti, la vigilanza deve essere mantenuta, anche al fine di aumentare la consapevolezza tra i medici, gli operatori sanitari e le autorità di sicurezza del sangue”.

Fonte immagine: Ansa